Scheda Titolo originale: Asterix, di René Goscinny e Albert Uderzo Provenienza: Francia. Pubblicazione originale: La pubblicazione francese delle avventure di Asterix è abbastanza complessa, in quanto all'inizio sono state pubblicate a puntate nel giornale-contenitore Pilote e successivamente raccolte in albi monografici. Nel 1965, quando era chiaro che Asterix come personaggio aveva preso il sopravvento su tutti gli altri personaggi pubblicati su Pilote, il titolo divenne “Le journal d'Asterix”. La prima avventura di Asterix è stata pubblicata in Francia sul numero 1 della rivista Pilote ("Il giornale dei giovani del 2000", come era stato chiamato all'epoca), in data 29 ottobre 1959, mentre è nel 1961 che viene pubblicato il primo numero monografico che raccoglie la sua prima storia “Asterix il Gallico”. Edizione italiana: in Italia, il primo albo compare nel 1968 per la casa editrice Arnoldo Mondadori che a tutt'oggi ne detiene i diritti. Tutte le storie sono state stampate in albi cartonati e brossurati (stesso formato degli originali monografici). Per ulteriori informazioni, questo è il file completo delle pubblicazioni italiane con tanto di sinopsi, e questa è una tabella con riassunte tutte le informazioni anche per l’edizione francese originale, con alcune glosse. Dati tecnici: albi a colori, cartonati, dimensioni 23 x 29,5 cm., brossurati (i volumi monografici, non ho dati tecnici sulla prima edizione in Pilote), che formano la collana “Le avventure di Asterix”. Reperibilità: decisamente buona. Asterix è un fumetto di successo mondiale, quindi non ci sono numeri particolari o di più difficile reperibilità e viene continuamente ristampato. E' probabile che non tutte le fumetterie abbiano tutti e 33 numeri nei loro magazzini, ed è più facile trovarli nelle grandi librerie (magari nella sezione “libri per i piccoli” :-( ), ma eventualmente una richiesta alla stessa Mondadori dovrebbe essere sufficiente. Essendo stato pubblicato anche sulle pagine del Giornalino, sono facilmente reperibili anche queste versioni, però con traduzioni e adattamenti diversi. Ci possono essere nell'immediato futuro delle difficoltà nel reperire le edizioni francesi, a causa del processo che ha visto coinvolti il disegnatore Uderzo e la casa di edizioni Dargaud, e poiché non è stato ancora deciso chi pubblicherà le avventure in seguito, è probabile che anche i contratti con le case di edizioni straniere (e quindi in Italia), possano essere in forse e creare delle difficoltà di reperibilità, ma non si prevedono grossi problemi.Prezzo: Si aggira attorno ai 10 Euro per le nuove edizioni, ma nei mercatini non è difficile trovare edizioni precedenti e quindi a prezzi minori. Nell'ipotesi che si volessero avere tutti gli albi ai prezzi correnti, si deve preventivare una spesa di circa 330 Euro, escluso i fuori collana e i numeri speciali. AUTORI E COLLABORATORI: Sceneggiatura: Renè Goscinny per i primi 24 numeri; dalla sua morte sarà Uderzo, aiutato da alcuni collaboratori. La Storia "Siamo nel 50 avanti Cristo. Tutta la Gallia è occupata dai Romani comandati da Giulio Cesare. Tutta?... No! Un villaggio resiste ancora e sempre all'invasore romano, grazie al coraggio e all'inventiva dei suoi abitanti. E la vita non è facile per le legioni romane di Babaorum, Aquarium, Laudanum e Petibonum che accerchiano il villaggio gallico che non si vuole arrendere...."... quante volte abbiamo sentito o magari letto negli albi ingialliti di quasi 30 anni, questa frase, entrata ormai a far parte della nostra cultura? Asterix è quindi l'eroe delle storie, un gallo piccolo di statura e non forte e robusto come aveva pregato gli dei suo padre Astronomix al momento della nascita nel 35 a.C. (avanti Cesare!), ma scaltro ed intelligente, biondo, con baffi (come tutti i galli che si rispettino), vestito nella sua versione finale (anche lui, ha subito molteplici trasformazioni negli schizzi preparatori di Uderzo, ma fin dalla prima avventura ha un suo abbigliamento definito) con brache (per restare in tema etimologico!) rosse e una maglia senza maniche nera, che porta d'estate e d'inverno, con la neve o il sole. Le avventure di Asterix portano i nostri eroi a compiere un giro della Gallia per una scommessa contro i romani ("Asterix e il giro di Gallia"), a salvare il fidanzato di una loro compaesana, arruolato "per amore o per forza" (scritto "eorza" nell'edizione italiana!) nelle legioni di Cesare ("Asterix legionario"), a salvare il loro bardo, catturato dai romani come dono per Cesare ("Asterix gladiatore"), a partecipare ai giochi olimpici semplicemente per far dispetto ai romani, ("Asterix e le Olimpiadi"), a difendere il proprio villaggio dal duello di due capi gallici ("Asterix e il duello dei capi"), a vedersela contro un indovino capitato in una notte di tempesta al villaggio ("Asterix e l'indovino"), a scoprire nuove terre oltre l'oceano, a causa di un uragano che li ha sorpresi quando erano in barca al largo ("Asterix in America"), a lasciare scoprire ad Asterix di avere un figlio (?) ("Il figlio di Asterix") e a devastare più o meno periodicamente i quattro accampamenti romani attorno al villaggio, eretti dai romani apposta per sorvegliare i galli, e dai nomi quanto mai improbabili: Aquarium, Petibonum, Babaorum, Laudanum. Ma almeno metà delle avventure di Asterix lo portano in contatto con le popolazioni europee allora esistenti (e non solo europee), ed è qui che emerge tutto il talento di descrittore di René Goscinny. Asterix passerà in Egitto ("Asterix e Cleopatra"), a Roma in diverse occasioni, in Germania ("Asterix e i Goti"), in Britannia ("Asterix e i Britanni"), combatterà con i Normanni ("Asterix e i normanni"), in Grecia come abbiamo visto in occasione dei giochi olimpici, in Spagna ("Asterix in Iberia"), in Svizzera ("Asterix e gli elvezi"), in Corsica ("Asterix in Corsica"), in Belgio ("Asterix e i belgi"), in Asia Minore ("L'odissea di Asterix") e in un reame sulle rive del Gange ("Le mille e un'ora di Asterix"). Nell'ultima avventura pubblicata passa anche in un regno che non esiste (più?) sulle carte geografiche, ma che non cito per non rovinare la lettura ("La galera di Obelix"). Gli altri protagonisti delle avventure sono, un po' a rotazione, alcuni abitanti del villaggio che, tranne in rare occasioni, non hanno grandi parti dal momento che l'attenzione si concentra quasi sempre su Asterix e Obelix. Personaggi di un certo rilievo sono comunque senz'altro Panoramix, il druido, Abraracourcix, il capo del villaggio, Beniamina, la moglie di quest'ultimo (giusto per non essere maschilisti!), Ordinalfabetix, il pescivendolo, quasi sempre in rissa con qualcuno; probabilmente è grazie a lui che è nata la frase "prendere una persona a pesci in faccia". In particolare è in costante litigio con Automatix, il fabbro. Ancora, Assurancetourix, il bardo del villaggio, che risulta prezioso in un paio di occasioni per i nostri amici. Assurancetourix canta così male che fa scappare le bestie dal bosco ("Asterix gladiatore") e salva un regno orientale dalla siccità ("Le mille e un'ora di Asterix"), perché quando canta, piove! In ultimo possiamo citare Matusalemix, il più anziano, sposato (non si sa bene come e soprattutto perché), con la donna più avvenente del villaggio. Personaggi importantissimi sono i romani, che cercano in tutti i modi di ridurre all'obbedienza gli irriducibili Galli, ovviamente con scarsi risultati e con gran lavoro straordinario per i cerusici. Anche con i nomi romani Goscinny ha dato sfogo a tutto il suo humour e alla sua leggendaria capacita' di attribuire i vizi e le caratteristiche delle persone in base ai nomi. Ecco alcuni esempi:
Riportiamo un divertente intervento di Giorgio Corbetta sulle difficoltà di traduzione degli albi. Altri personaggi comprimari ma presenti quasi in ogni albo sono i pirati, che cercano di abbordare le navi mercantili che costeggiano l'Armorica, ma finiscono sempre per incontrare i galli nostri amici, i quali difficilmente si lasciano sfuggire l'occasione di una scazzottata, e in poche vignette la nave pirata viene fatta colare a picco. Il tutto chiosato con una o più citazioni in latino di un anziano e zoppo pirata. Proprio il linguaggio dei personaggi ha creato non pochi problemi ai traduttori: nei paesi di lingua anglosassone sono stati cambiati addirittura la maggioranza dei nomi, con scelte talvolta discutibili, mentre in Italia i romani parlano in "romanaccio" ed il motto di Obelix: "Ils sont fous ces romains" è stato giustamente reso con "Sono Pazzi Questi Romani", dalla sigla S.P.Q.R. Le Note Note ce ne sarebbero da dire fin troppe, e difatti la lunghezza di questa scheda la dice lunga! :-))) Ad ogni modo, indubbiamente Asterix è IL fumetto francese, quello che si è radicato più a fondo nell'immaginario collettivo francese ma non solo, il personaggio che è riconosciuto nel mondo culturale (quindi non solo del fumetto), come il simbolo della francesità, più del Tintin di Hergé (che era belga, fra l'altro), più delle opere di Moebius o Charlier. Un sondaggio effettuato nel gennaio 1988 da Sofres, infatti, conferma la buona salute della popolarità del piccolo gallo. Alla domanda: "Quale personaggio dei fumetti o dei cartoni animati conoscete, anche solo per nome?", Asterix si piazza con un 53%, davanti a Tintin (42%), Topolino (38%) e Lucky Luke (30%). La simpatia, l'intelligenza e l'arguzia delle storie, nonché il tratto maturo ed al tempo stesso dettagliato del disegno, sono un'amalgama perfetta per creare un'opera veramente importante e rappresentativa. Vero punto di forza di questo fumetto è la comicità legata all'avventura, magistralmente rese da un grande e valente sceneggiatore come Goscinny e da un sempre più abile e dettagliato disegnatore quale è Uderzo. I due sono riusciti a creare un universo storico plausibile, comunque preciso e dettagliato, che ha suscitato immediati consensi e simpatie soprattutto nei francesi (risvegliando - ma ce n'era bisogno? - il loro sentimento nazionale), ma anche negli altri lettori, proponendo un insieme di simpatia ed avventura che attrae inevitabilmente chiunque. Si è scritto e sottolineato che Asterix ha fruito, in misura più o meno sostanziale, del clima gollista; che ha, marginalmente o in maniera marcata, ripassato e interpretato, con il suo furore di irriducibile uomo “libero”, temi cari alla filosofia e alla politica del Generale; che infine, con merito non indifferente ha saputo instillare nel motivo dominante della “grandeur” degaulliana, sempre impettita e scostante, la linfa dell’umore, della risata, dell’ironia, del momento irrispettoso. Sicuramente, pur non intendendo mettere in dubbio le affermazioni dei suoi autori, i quali hanno più volte negato di aver voluto proporre la traslazione nel tempo remoto di una condizione attuale, un fondo di verità esiste nelle diagnosi ora ricordate. Definire il genere a cui appartiene Asterix è abbastanza complesso. Si tratta in realtà di una commistione di generi. Molto spesso le notizie storiche sono esatte, quasi sempre gli oggetti disegnati o i monumenti ritratti sono realmente esistiti, e quindi il lavoro di documentazione dei due autori è indubbiamente stato enorme e preparatissimo. Si tratta di avventura, certo, oltre che per il titolo stesso "Le avventure di Asterix il gallico", ed è innegabile che le peregrinazioni dei nostri eroi per i quattro angoli del mondo allora conosciuto (e non!), o le situazioni che vengono a crearsi attorno al loro villaggio, sono delle splendide avventure, che non annoiano e portano il lettore a raggiungere rapidamente le ultime pagine, anche se sa già come va a finire (bene, con il banchetto finale al chiaro di luna!). Ma possiamo anche dire che si tratta di un'opera culturale. Chi è stato in Inghilterra ed è stato a contatto con il modo di vivere e la mentalità inglesi, non può che non ritrovarsi nelle descrizioni fatte in "Asterix e i Britanni", nelle case tutte uguali, nella follia generale per il gioco del rugby, nella flemma dei personaggi anche davanti alle catastrofi più gravi. Stessa cosa dicasi per chi è stato in Corsica, e ha avuto a che fare con l'indolenza e la riservatezza dei corsi, ma anche con la loro innegabile ospitalità, o per le scene descritte in "Asterix in Iberia". E così via. Insomma, sotto certi punti di vista si potrebbe azzardare che per conoscere alcuni aspetti di un popolo, certamente i più macroscopici e che spesso si confondono con i clichés più comuni, basta leggersi la relativa storia di Asterix. Tale aspetto culturale è ovviamente amplificato se si possiede una buona conoscenza della Francia, della sua cultura e popolazione, benissimo rappresentate dai personaggi del piccolo villaggio armoricano, ma questo non è indispensabile per godere la lettura del fumetto. Gli albi di Asterix non possono non suscitare allegria e simpatia (con il beneplacito degli americani!), con i tratti quasi caricaturali dei vari personaggi e con le battute che mettono in luce i difetti di ciascuno di loro, ma che sono rintracciabili anche in ognuno di noi. E uno dei grandi segreti (oltre a quello della bevanda magica!) del successo di queste storie, è senza dubbio da attribuire a questa capacità degli autori di affascinare, divertire e interessare grandi e piccini, portando i piccoli a leggere Asterix anche da grandi, cogliendovi sempre un elemento nuovo, una citazione o un riferimento che era loro sfuggito in passato. Interessante al riguardo l’analisi fatta da Mario Gomboli nel volume “Asterix al Cinema”, Vallecchi editore, 1976. In ultimo possiamo rammentare che alcune delle ultime edizioni di Asterix, quelle pubblicate dalla Albert-René, casa editrice voluta da Uderzo dopo la morte dell'amico, hanno avuto vita particolare, in un certo senso. Uderzo pubblica anche albi slegati dalla continuity di Asterix, come il piccolo albo (nel numero delle pagine, ma non nel prezzo!) intitolato "Come fu che Obelix cadde da piccolo nel paiolo del druido". Si tratta molto probabilmente di un'operazione commerciale, ma tant'è... Il valore di questa saga non sarà certo intaccato, anche perché sempre più, nonostante il numero di esemplari venduti degli ultimi nove volumi, si tende a parlare di Asterix riferendosi ai ventiquattro albi della coppia Goscinny - Uderzo e non a quelli del solo disegnatore. Segnalo inoltre altre pagine di corredo e completamento all'analisi di questa scheda:
Il Giudizio Asterix per me significa molto. Credo sia stato il primo fumetto che abbia letto, prima di Topolino, prima di tutti gli altri. Non ricordo bene, ma credo di aver imparato a leggere sugli Asterix. Non posso quindi che adorare l'opera ed essere eternamente riconoscente ai due autori per questo regalo e ai miei genitori per avermelo fatto conoscere. I colori. Alcune vignette sono colorate splendidamente, e mi sono innamorato per esempio di un tramonto disegnato in "Asterix in Iberia". Per non parlare dei dettagli. Quando in "Asterix e il giro di Gallia" a p. 28, quarta vignetta, c'è una coda di carri, e le classiche imprecazioni dei conducenti diventano sempre più piccole e illeggibili mano a mano che si riferiscono a carri sempre più lontani nella coda. I pirati. Praticamente soffrivo con loro ogni volta che affondavano, come soffrivo per Will il Coyote quando non riusciva a prendere Bip Bip. E poi la traduzione. Ma quanto bravi non sono stati nel rendere i giochi di parole, le battute, i nomi dei romani... che in italiano si fa parlare i legionari in romanaccio, ma nelle altre lingue? A quanto ho capito in francese non vengono attribuiti ai romani cadenze o accenti particolari. Queste, più tante altre, sono le domande, le idee, gli aspetti che mi venivano in mente quando leggevo (e leggo!!) Asterix, questo meraviglioso fumetto, questa pietra miliare nella storia della Nona Arte ma anche della cultura francese. Alcune storie sono terribili. "Asterix e il paiolo" l'ho letto pochissime volte da bambino, perché mi faceva pena il povero Asterix che cercava in ogni modo di recuperare il denaro rubatogli; altri personaggi mi facevano proprio paura: "Asterix e l'indovino" mi ha fatto venire gli incubi, le tavole iniziali hanno raggiunto il loro scopo, mi hanno comunicato paura e sudori freddi. I colori della faccia dell'indovino illuminata dalla candela durante la tempesta, a p. 8 vignetta 5, li ho ancora in mente! Adesso che sono cresciuto, ovviamente mi avvicino all'opera in tutti altri termini. Alcune scene e colori non mi fanno più paura, più che al disegno (che comunque ammiro ancora tantissimo, come l'assoluta novità, per quegli anni, di inserire una fotografia in una tavola del fumetto, a pag. 9, ultima vignetta, in "Asterix e l'indovino", oppure, il perfetto dettaglio e colore nelle ultime due vignette a p. 21 di "Asterix alle Olimpiadi", il cinturone, i bonghi, le rocce e le sfumature di colore dell'alba), cerco di cogliere i riferimenti, i giochi di parole e le allusioni che Goscinny ha disseminato nella sua opera, e mi accorgo, dopo ogni lettura, di quanto bravi siano stati entrambi gli autori a descrivere certi ambienti, situazioni e realtà che non hanno perso di freschezza e simpatia dopo 30 anni di vita e migliaia di riletture. Rido ancora, quando in "Asterix e i Normanni", alla proposta di Grandibaf, il capo dei temibili guerrieri, di sbarcare in Normandia (cioè, in Gallia! p. 9), i suoi fedeli rispondono "Per Thor!", "Per Odino!", "Per esempio!", perché le belle battute fanno ridere sempre. E di belle battute gli albi di Asterix ne sono pieni. Chi legge uno qualsiasi dei primi ventiquattro albi, non può non restare affascinato e colpito dal livello grafico e didascalico di quest'opera. Il fumetto è nato per essere pubblicato in una rivista per ragazzi, ma nemmeno i due autori si sarebbero immaginati che colpisse così tanto anche i grandi, ed è forse questo aspetto che ha contribuito più di altri a determinare la grandezza e la rinomanza di quest'opera al grande pubblico, anche presso coloro che sotto sotto continuano a ritenere che il fumetto sia un aspetto culturale secondario, ma Asterix è l'eccezione che conferma la regola. Testimone il fatto che questo mezzo di comunicazione sia stato accettato anche dalle persone adulte (anagraficamente) non addette ai lavori. Il mio personalissimo e umilissimo giudizio è quindi abbastanza evidente: Asterix è un ottimo fumetto: fa ridere, fa divertire, fa riflettere, fa ricordare avvenimenti e situazioni studiate sui banchi di scuola, fa rivivere (magari) le vacanze passate all'estero, fa, soprattutto, venire voglia di rileggerlo e rileggerlo e rileggerlo.... Penso di poter chiudere con una nota non proprio felicissima, sulla gestione di Uderzo dopo la morte dell'amico Goscinny. E' un vero peccato, una fine (!?) quasi ingloriosa, ma è innegabile che Asterix risenta fortemente della mancanza del suo sceneggiatore-padre. Pazienza, personalmente rileggo e gusto con maggior intensità i primi albi, pensando che non ce ne sarnno più di simili. Se vi è piaciuto provate anche ... Non saprei trovare altre opere assimilabili ad Asterix, come genere, intensità e spirito. Se vi è piaciuto lo stile e lo spirito di Goscinny, potete senza dubbio provare Lucky Luke, di Goscinny e Morris, che però presenta meno giochi di parole, pare perchè Morris non ne fosse troppo entusiasta, mentre in Iznogoud i doppi sensi sono fin troppo abbondanti, tanto da creare seri problemi di traduzione. Queste sono tutte opere che in qualche modo, magari a sprazzi, hanno avuto l'onore di essere pubblicate in Italia da qualche editore lungimirante, ma la reperibilità è decisamente difficile. Chi conosce la lingua francese invece, con un viaggio oltralpe in qualsiasi grande magazzino o libreria non ha che l'imbarazzo della scelta. Potrei suggerire inoltre Gaston Lagaffe di Franquin, umorismo e demenzialità allo stato puro, sempre con molta intelligenza e arguzia, ma anche Achille Talon di Greg, Boule et Bill di Roba, e soprattutto il già citato Iznogoud di Goscinny e Tabary sono dei veri gioielli; purtroppo, tranne per pochi numeri di Lagaffe e Spirou, introvabili in Italia. Non mi risulta che siano stati mai neanche pubblicati da noi, tranne Iznogoud molto tempo fa nella rivista Pilot della Bonelli. Citazioni Potrei andare avanti per parecchie pagine, ma mi sono trattenuto, sperando che magari la lista si possa aggiungere con le VOSTRE citazioni scelte! :-)) Centurione: Gradirei un po' più di entusiasmo e un po' meno latino quando chiedo un volontario! Asterix: Non hai notato nulla di strano in quell'Arverno? Asterix: Non dovrebbe essere troppo lontano, e a piedi si è veloci come i buoi. Oste tedesco: Ziate i penfenuti, una ghamera? Legionari: Siamo stati catturati da due goti superiori di numero che ci hanno preso i vestiti! Asterix: Parleremo quando l'interprete dormirà Prefetto: Allora ho avuto un'idea geniale: portare a Cesare uno degli irriducibili galli della regione. Grandimais, mercante fenicio: Sono sicuramente dei pirati. Possono catturarci come schiavi, ucciderci, o peggio ancora rubarci la mercanzia! Asterix: Proviamo ad interrogare la guardia abilmente, senza destare sospetti... Egiziano: Voi non uscirete mai di qui, stranieri! Questa tomba sarà la vostra tomba! Prefetto: E se non li trovate, vi faccio bollire e servire ai leoni con della salsa alla menta! Oste: Cosa vi servo per bagnare il cinghiale bollito? Acqua calda, cervogia tiepida o vino rosso ghiacciato? Legionario 1: Si salvi chi può!! Avanguardia: Non spingete dietro... Centurione: Imbecille, la retroguardia non ha fatto il suo lavoro, cosa che ha trasformato l'avanguardia in retroguardia. Torna indietro, avanti! Obelix: Nuotiamo nel lago, scaliamo montagne.. Parlando di Cesare. Tutto il lavoro è frutto ovviamente di interpretazioni personali e basato su dati che possiedo personalmente o che ho recuperato in Rete. Eventuali segnalazioni di errori, soprattutto nella sezione bibliografica, sono quindi benvenute, e saranno utilizzate per il prossimo aggiornamento della scheda. |
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