Asterix di René Goscinny e Albert Uderzo


Scheda

Titolo originale: Asterix, di René Goscinny e Albert Uderzo

Provenienza: Francia.

Pubblicazione originale: La pubblicazione francese delle avventure di Asterix è abbastanza complessa, in quanto all'inizio sono state pubblicate a puntate nel giornale-contenitore Pilote e successivamente raccolte in albi monografici. Nel 1965, quando era chiaro che Asterix come personaggio aveva preso il sopravvento su tutti gli altri personaggi pubblicati su Pilote, il titolo divenne “Le journal d'Asterix”.

La prima avventura di Asterix è stata pubblicata in Francia sul numero 1 della rivista Pilote ("Il giornale dei giovani del 2000", come era stato chiamato all'epoca), in data 29 ottobre 1959, mentre è nel 1961 che viene pubblicato il primo numero monografico che raccoglie la sua prima storia “Asterix il Gallico”.

Edizione italiana: in Italia, il primo albo compare nel 1968 per la casa editrice Arnoldo Mondadori che a tutt'oggi ne detiene i diritti.

Tutte le storie sono state stampate in albi cartonati e brossurati (stesso formato degli originali monografici).
Citiamo l'anomala "Le dodici fatiche di Asterix", storia tratta dal lungometraggio omonimo, che si può considerare apocrifa, in quanto non è parte della bibliografia ufficiale dell'eroe gallico, ed è anche l'unica a non essere stata disegnata da Albert Uderzo, ma (pare) da suo fratello.

Per ulteriori informazioni, questo è il file completo delle pubblicazioni italiane con tanto di sinopsi, e questa è una tabella con riassunte tutte le informazioni anche per l’edizione francese originale, con alcune glosse.

Dati tecnici: albi a colori, cartonati, dimensioni 23 x 29,5 cm., brossurati (i volumi monografici, non ho dati tecnici sulla prima edizione in Pilote), che formano la collana “Le avventure di Asterix”.

Reperibilità: decisamente buona. Asterix è un fumetto di successo mondiale, quindi non ci sono numeri particolari o di più difficile reperibilità e viene continuamente ristampato. E' probabile che non tutte le fumetterie abbiano tutti e 33 numeri nei loro magazzini, ed è più facile trovarli nelle grandi librerie (magari nella sezione “libri per i piccoli” :-( ), ma eventualmente una richiesta alla stessa Mondadori dovrebbe essere sufficiente.

Essendo stato pubblicato anche sulle pagine del Giornalino, sono facilmente reperibili anche queste versioni, però con traduzioni e adattamenti diversi.

Ci possono essere nell'immediato futuro delle difficoltà nel reperire le edizioni francesi, a causa del processo che ha visto coinvolti il disegnatore Uderzo e la casa di edizioni Dargaud, e poiché non è stato ancora deciso chi pubblicherà le avventure in seguito, è probabile che anche i contratti con le case di edizioni straniere (e quindi in Italia), possano essere in forse e creare delle difficoltà di reperibilità, ma non si prevedono grossi problemi.

Prezzo: Si aggira attorno ai 10 Euro per le nuove edizioni, ma nei mercatini non è difficile trovare edizioni precedenti e quindi a prezzi minori. Nell'ipotesi che si volessero avere tutti gli albi ai prezzi correnti, si deve preventivare una spesa di circa 330 Euro, escluso i fuori collana e i numeri speciali.

AUTORI E COLLABORATORI:

Sceneggiatura: Renè Goscinny per i primi 24 numeri; dalla sua morte sarà Uderzo, aiutato da alcuni collaboratori.
Disegni: Albert Uderzo.
Colori: per la prima avventura, un certo Poppé, delle altre non so di più.


La Storia

"Siamo nel 50 avanti Cristo. Tutta la Gallia è occupata dai Romani comandati da Giulio Cesare. Tutta?... No! Un villaggio resiste ancora e sempre all'invasore romano, grazie al coraggio e all'inventiva dei suoi abitanti. E la vita non è facile per le legioni romane di Babaorum, Aquarium, Laudanum e Petibonum che accerchiano il villaggio gallico che non si vuole arrendere...."... quante volte abbiamo sentito o magari letto negli albi ingialliti di quasi 30 anni, questa frase, entrata ormai a far parte della nostra cultura?
Asterix è senza dubbio uno dei personaggi più vitali e freschi, dopo 40 e rotti anni di esistenza, che il mondo delle nuvole parlanti ci abbia regalato. La trama è presto detta, anche perché trattasi di albi monografici, praticamente indipendenti uno dall'altro (cioè si possono benissimo leggere non in ordine di pubblicazione).
In Armorica (l'odierna regione francese della Bretagna) nella ormai romana Gallia appena conquistata dalle legioni di Giulio Cesare, un piccolo villaggio di barbari e irriducibili galli si oppone all'invasore romano. Come possono un pugno di uomini, per quanto fieri e coraggiosi, sbaragliare le legioni di Cesare, vincitrici sull'intero continente europeo? Il miracolo si compie grazie ad una pozione magica preparata dal druido del villaggio, che dona una forza sovrumana per un periodo di tempo limitato (circa 12 ore) a chiunque la beva. La ricetta è segreta e si trasmette solo da bocca di druido a orecchio di druido, ma sappiamo che serve del vischio colto con un falcetto d'oro, del pesce ragionevolmente fresco, del petra-oleum e un'aragosta (ma solo per darci sapore). Ecco quindi che nel momento del bisogno al druido viene chiesto di preparare tale bevanda e poche decine di galli riescono a tener testa a centinaia di legionari romani, talvolta divertendosi, molto spesso litigando fra di loro per poterne malmenare il più possibile. Le battaglie contro i romani ci vengono presentate spesso come un diritto che ogni abitante del villaggio reclama e che va concesso almeno una volta per avventura.

Asterix è quindi l'eroe delle storie, un gallo piccolo di statura e non forte e robusto come aveva pregato gli dei suo padre Astronomix al momento della nascita nel 35 a.C. (avanti Cesare!), ma scaltro ed intelligente, biondo, con baffi (come tutti i galli che si rispettino), vestito nella sua versione finale (anche lui, ha subito molteplici trasformazioni negli schizzi preparatori di Uderzo, ma fin dalla prima avventura ha un suo abbigliamento definito) con brache (per restare in tema etimologico!) rosse e una maglia senza maniche nera, che porta d'estate e d'inverno, con la neve o il sole.
Asterix è sempre accompagnato dal fido Obelix, tranne nella prima avventura, "Asterix il Gallico", in cui Obelix ha una parte semplicemente comprimaria: fisicamente l'opposto (ma non ditegli che è grasso!), non certo sveglio come il suo inseparabile amico (mentre suo padre Obellodalix al momento della venuta al mondo aveva chiesto alle divinità che fosse intelligente e attento), ma dotato di una forza incredibile, che lui stesso non sa controllare, rompendo porte nel vano tentativo di bussare, abbattendo alberi con calci nei rarissimi momenti di arrabbiatura e via dicendo.
In effetti, ci svela Uderzo in una breve storia, recuperando una vecchia sceneggiatura di Goscinny, Obelix da piccolo è caduto nel paiolo del druido, che era colmo di bevanda magica e l'ha bevuta tutta. Neanche Panoramix, il saggio e venerando druido, sa cosa possa comportare un tale quantitativo di pozione nel corpo umano e quali siano gli effetti, ma per ora pare che il buon Obelix non ne soffra troppo, a parte un "lievissimo" complesso di inferiorità per la sua taglia.
A proposito di taglia, la sua risulta snellita da un paio di brache a strisce verticali bianche e azzurre; i capelli sono rossi, raccolti in due trecce e sotto un minuscolo elmo, ben diverso dall'elmo alato di Asterix, che si adatta alle espressioni del suo indossatore. Scopi della vita di Obelix: innanzitutto cacciare e mangiare cinghiali arrosto; poi scolpire menhir, i misteriosi massi verticali presenti in molte zone d'Europa, e il cui assembramento più grande si trova a Carnac, in Bretagna appunto (oltre 5.000 menhir, allineati apparentemente secondo un certo ordine, ma a tutt'oggi la scienza ufficiale brancola ancora nel buio, mentre i lettori di Asterix la soluzione la sanno già...); in ultimo bere la pozione magica, perché il povero Obelix deve sempre farne a meno quando avviene la distribuzione per i suoi amici, in quanto non si conoscono gli effetti collaterali su di lui, anche se nel volume "Asterix e la galera di Obelix", alcuni di questi effetti sono tragicamente illustrati.

Le avventure di Asterix portano i nostri eroi a compiere un giro della Gallia per una scommessa contro i romani ("Asterix e il giro di Gallia"), a salvare il fidanzato di una loro compaesana, arruolato "per amore o per forza" (scritto "eorza" nell'edizione italiana!) nelle legioni di Cesare ("Asterix legionario"), a salvare il loro bardo, catturato dai romani come dono per Cesare ("Asterix gladiatore"), a partecipare ai giochi olimpici semplicemente per far dispetto ai romani, ("Asterix e le Olimpiadi"), a difendere il proprio villaggio dal duello di due capi gallici ("Asterix e il duello dei capi"), a vedersela contro un indovino capitato in una notte di tempesta al villaggio ("Asterix e l'indovino"), a scoprire nuove terre oltre l'oceano, a causa di un uragano che li ha sorpresi quando erano in barca al largo ("Asterix in America"), a lasciare scoprire ad Asterix di avere un figlio (?) ("Il figlio di Asterix") e a devastare più o meno periodicamente i quattro accampamenti romani attorno al villaggio, eretti dai romani apposta per sorvegliare i galli, e dai nomi quanto mai improbabili: Aquarium, Petibonum, Babaorum, Laudanum.

Ma almeno metà delle avventure di Asterix lo portano in contatto con le popolazioni europee allora esistenti (e non solo europee), ed è qui che emerge tutto il talento di descrittore di René Goscinny. Asterix passerà in Egitto ("Asterix e Cleopatra"), a Roma in diverse occasioni, in Germania ("Asterix e i Goti"), in Britannia ("Asterix e i Britanni"), combatterà con i Normanni ("Asterix e i normanni"), in Grecia come abbiamo visto in occasione dei giochi olimpici, in Spagna ("Asterix in Iberia"), in Svizzera ("Asterix e gli elvezi"), in Corsica ("Asterix in Corsica"), in Belgio ("Asterix e i belgi"), in Asia Minore ("L'odissea di Asterix") e in un reame sulle rive del Gange ("Le mille e un'ora di Asterix"). Nell'ultima avventura pubblicata passa anche in un regno che non esiste (più?) sulle carte geografiche, ma che non cito per non rovinare la lettura ("La galera di Obelix").

Gli altri protagonisti delle avventure sono, un po' a rotazione, alcuni abitanti del villaggio che, tranne in rare occasioni, non hanno grandi parti dal momento che l'attenzione si concentra quasi sempre su Asterix e Obelix. Personaggi di un certo rilievo sono comunque senz'altro Panoramix, il druido, Abraracourcix, il capo del villaggio, Beniamina, la moglie di quest'ultimo (giusto per non essere maschilisti!), Ordinalfabetix, il pescivendolo, quasi sempre in rissa con qualcuno; probabilmente è grazie a lui che è nata la frase "prendere una persona a pesci in faccia". In particolare è in costante litigio con Automatix, il fabbro. Ancora, Assurancetourix, il bardo del villaggio, che risulta prezioso in un paio di occasioni per i nostri amici. Assurancetourix canta così male che fa scappare le bestie dal bosco ("Asterix gladiatore") e salva un regno orientale dalla siccità ("Le mille e un'ora di Asterix"), perché quando canta, piove! In ultimo possiamo citare Matusalemix, il più anziano, sposato (non si sa bene come e soprattutto perché), con la donna più avvenente del villaggio.

Personaggi importantissimi sono i romani, che cercano in tutti i modi di ridurre all'obbedienza gli irriducibili Galli, ovviamente con scarsi risultati e con gran lavoro straordinario per i cerusici. Anche con i nomi romani Goscinny ha dato sfogo a tutto il suo humour e alla sua leggendaria capacita' di attribuire i vizi e le caratteristiche delle persone in base ai nomi. Ecco alcuni esempi:

  • Ballondebaudrus : pallone gonfiato, centurione romano alcolizzato;
  • Belinconnus : bel sconosciuto, centurione istruttore della legione;
  • Brise Radius : radio rotto, quindi braccio rotto, allenatore dei gladiatori;
  • Encorutilfaluquejelesus : ancora utile bisognava che lo sapessi (?!), prefetto di Lyon;
  • Faimoiducuscus : fammi del cuscus, che assieme alla moglie festeggiava l'anniversario di matrimonio con una crociera lungo la Senna;
  • Caius Faipalgugus : Caio non fare il pagliaccio, centurione di Petibonum;
  • Faitexcus : fai le tue scuse, legionario romano;
  • Gracchus Nenjetépus : Gracco non se ne può più, centurione del campo di Petibonum;
  • Petilarus : piccolo Larousse, la "Pétit Larousse" è una piccola enciclopedia dalla quale Goscinny prendeva spunto per le citazioni in latino, legionario romano;
  • Gracchus Pleindastus : Gracco pieno d'astuzia, prefetto di Lutezia;
  • Tomatojus : succo di pomodoro, inserviente dei bagni romani;
  • Victoiralapirus : vittoria di Pirro, navigatore romano;

Riportiamo un divertente intervento di Giorgio Corbetta sulle difficoltà di traduzione degli albi.

Altri personaggi comprimari ma presenti quasi in ogni albo sono i pirati, che cercano di abbordare le navi mercantili che costeggiano l'Armorica, ma finiscono sempre per incontrare i galli nostri amici, i quali difficilmente si lasciano sfuggire l'occasione di una scazzottata, e in poche vignette la nave pirata viene fatta colare a picco. Il tutto chiosato con una o più citazioni in latino di un anziano e zoppo pirata.

Proprio il linguaggio dei personaggi ha creato non pochi problemi ai traduttori: nei paesi di lingua anglosassone sono stati cambiati addirittura la maggioranza dei nomi, con scelte talvolta discutibili, mentre in Italia i romani parlano in "romanaccio" ed il motto di Obelix: "Ils sont fous ces romains" è stato giustamente reso con "Sono Pazzi Questi Romani", dalla sigla S.P.Q.R.


Le Note

Note ce ne sarebbero da dire fin troppe, e difatti la lunghezza di questa scheda la dice lunga! :-)))
Molto di quello che andrebbe raccolto in queste note si trova in realtà sparso nella scheda, magari con qualche link. In effetti i cartoni animati tratti dagli albi hanno una loro pagina a parte, il parco di divertimenti ambientato lo stesso, il problema del processo di Uderzo contro la Dargaud, precedente casa di edizioni del piccolo gallo, idem.

Ad ogni modo, indubbiamente Asterix è IL fumetto francese, quello che si è radicato più a fondo nell'immaginario collettivo francese ma non solo, il personaggio che è riconosciuto nel mondo culturale (quindi non solo del fumetto), come il simbolo della francesità, più del Tintin di Hergé (che era belga, fra l'altro), più delle opere di Moebius o Charlier. Un sondaggio effettuato nel gennaio 1988 da Sofres, infatti, conferma la buona salute della popolarità del piccolo gallo. Alla domanda: "Quale personaggio dei fumetti o dei cartoni animati conoscete, anche solo per nome?", Asterix si piazza con un 53%, davanti a Tintin (42%), Topolino (38%) e Lucky Luke (30%).

La simpatia, l'intelligenza e l'arguzia delle storie, nonché il tratto maturo ed al tempo stesso dettagliato del disegno, sono un'amalgama perfetta per creare un'opera veramente importante e rappresentativa. Vero punto di forza di questo fumetto è la comicità legata all'avventura, magistralmente rese da un grande e valente sceneggiatore come Goscinny e da un sempre più abile e dettagliato disegnatore quale è Uderzo. I due sono riusciti a creare un universo storico plausibile, comunque preciso e dettagliato, che ha suscitato immediati consensi e simpatie soprattutto nei francesi (risvegliando - ma ce n'era bisogno? - il loro sentimento nazionale), ma anche negli altri lettori, proponendo un insieme di simpatia ed avventura che attrae inevitabilmente chiunque.

Si è scritto e sottolineato che Asterix ha fruito, in misura più o meno sostanziale, del clima gollista; che ha, marginalmente o in maniera marcata, ripassato e interpretato, con il suo furore di irriducibile uomo “libero”, temi cari alla filosofia e alla politica del Generale; che infine, con merito non indifferente ha saputo instillare nel motivo dominante della “grandeur” degaulliana, sempre impettita e scostante, la linfa dell’umore, della risata, dell’ironia, del momento irrispettoso.

Sicuramente, pur non intendendo mettere in dubbio le affermazioni dei suoi autori, i quali hanno più volte negato di aver voluto proporre la traslazione nel tempo remoto di una condizione attuale, un fondo di verità esiste nelle diagnosi ora ricordate.

Definire il genere a cui appartiene Asterix è abbastanza complesso. Si tratta in realtà di una commistione di generi. Molto spesso le notizie storiche sono esatte, quasi sempre gli oggetti disegnati o i monumenti ritratti sono realmente esistiti, e quindi il lavoro di documentazione dei due autori è indubbiamente stato enorme e preparatissimo. Si tratta di avventura, certo, oltre che per il titolo stesso "Le avventure di Asterix il gallico", ed è innegabile che le peregrinazioni dei nostri eroi per i quattro angoli del mondo allora conosciuto (e non!), o le situazioni che vengono a crearsi attorno al loro villaggio, sono delle splendide avventure, che non annoiano e portano il lettore a raggiungere rapidamente le ultime pagine, anche se sa già come va a finire (bene, con il banchetto finale al chiaro di luna!). Ma possiamo anche dire che si tratta di un'opera culturale. Chi è stato in Inghilterra ed è stato a contatto con il modo di vivere e la mentalità inglesi, non può che non ritrovarsi nelle descrizioni fatte in "Asterix e i Britanni", nelle case tutte uguali, nella follia generale per il gioco del rugby, nella flemma dei personaggi anche davanti alle catastrofi più gravi. Stessa cosa dicasi per chi è stato in Corsica, e ha avuto a che fare con l'indolenza e la riservatezza dei corsi, ma anche con la loro innegabile ospitalità, o per le scene descritte in "Asterix in Iberia". E così via. Insomma, sotto certi punti di vista si potrebbe azzardare che per conoscere alcuni aspetti di un popolo, certamente i più macroscopici e che spesso si confondono con i clichés più comuni, basta leggersi la relativa storia di Asterix. Tale aspetto culturale è ovviamente amplificato se si possiede una buona conoscenza della Francia, della sua cultura e popolazione, benissimo rappresentate dai personaggi del piccolo villaggio armoricano, ma questo non è indispensabile per godere la lettura del fumetto.
Per dimostrare ancora di più l'importanza di questo fumetto in Francia, si consideri che dal 1966 al 1967 nove avventure di Asterix furono registrate per la radio da una rosa di attori prestigiosi. A trent'anni di distanza, quelle trasmissioni non hanno perso di freschezza, e in Francia è possibile risentirle usando un numero di telefono consacrato ad Asterix: 0033 1 36 68 03 30 (tale numerazione non sembra però essere corretta... Notizia tratta dall'albo gigante che celebra il trentacinquesimo anniversario di Asterix, pubblicato in Italia nel gennaio 1996, per i tipi della Arnoldo Mondadori, dalle edizioni Les Editions Albert René, Goscinny-Uderzo, Traduzione di Alba Avesini, Lettering di Giorgio Vaccaro).

Gli albi di Asterix non possono non suscitare allegria e simpatia (con il beneplacito degli americani!), con i tratti quasi caricaturali dei vari personaggi e con le battute che mettono in luce i difetti di ciascuno di loro, ma che sono rintracciabili anche in ognuno di noi. E uno dei grandi segreti (oltre a quello della bevanda magica!) del successo di queste storie, è senza dubbio da attribuire a questa capacità degli autori di affascinare, divertire e interessare grandi e piccini, portando i piccoli a leggere Asterix anche da grandi, cogliendovi sempre un elemento nuovo, una citazione o un riferimento che era loro sfuggito in passato.

Interessante al riguardo l’analisi fatta da Mario Gomboli nel volume “Asterix al Cinema”, Vallecchi editore, 1976.

In ultimo possiamo rammentare che alcune delle ultime edizioni di Asterix, quelle pubblicate dalla Albert-René, casa editrice voluta da Uderzo dopo la morte dell'amico, hanno avuto vita particolare, in un certo senso. Uderzo pubblica anche albi slegati dalla continuity di Asterix, come il piccolo albo (nel numero delle pagine, ma non nel prezzo!) intitolato "Come fu che Obelix cadde da piccolo nel paiolo del druido". Si tratta molto probabilmente di un'operazione commerciale, ma tant'è... Il valore di questa saga non sarà certo intaccato, anche perché sempre più, nonostante il numero di esemplari venduti degli ultimi nove volumi, si tende a parlare di Asterix riferendosi ai ventiquattro albi della coppia Goscinny - Uderzo e non a quelli del solo disegnatore.

Segnalo inoltre altre pagine di corredo e completamento all'analisi di questa scheda:


Il Giudizio

Asterix per me significa molto. Credo sia stato il primo fumetto che abbia letto, prima di Topolino, prima di tutti gli altri. Non ricordo bene, ma credo di aver imparato a leggere sugli Asterix. Non posso quindi che adorare l'opera ed essere eternamente riconoscente ai due autori per questo regalo e ai miei genitori per avermelo fatto conoscere.
Cercando indietro nelle pieghe del tempo, credo che la cosa che mi ha colpito di più in queste avventure, sia stato il disegno (ovviamente da piccolo non potevo intendere tutti i riferimenti di Goscinny, e neanche ora sono certo di averli colti tutti!). Per lungo tempo non ho letto i primi cinque albi perché il tratto non mi piaceva, ma posso dire con orgoglio di aver imparato quasi a memoria tutti gli altri.
Mi sono sempre chiesto come facessero ad esistere i centurioni romani: spalle e torace larghi e immensi, che neanche Schwarzennegghe, e caviglie sottilissime, ai limiti della legge della fisica. Mitica la vignetta a p. 24 di "Asterix e i Belgi" con l'armatura del torace dei due centurioni assolutamente spropositata e ridicola. E poi quei nasoni, quelle gote sempre in rilievo, le bocche spalancate che ridono con un solo dente, mentre quelle dei romani sono sempre (vado a memoria!) perfette, regolari, con tutti i denti disegnati ed evidenziati (uno per tutti, "Asterix e la Obelix S.p.A."). E poi queste frasi in latino, buttate a manciate, quasi a caso, che mi hanno spinto fin dai primi anni di superiori a cimentarmi nella traduzione.

I colori. Alcune vignette sono colorate splendidamente, e mi sono innamorato per esempio di un tramonto disegnato in "Asterix in Iberia". Per non parlare dei dettagli. Quando in "Asterix e il giro di Gallia" a p. 28, quarta vignetta, c'è una coda di carri, e le classiche imprecazioni dei conducenti diventano sempre più piccole e illeggibili mano a mano che si riferiscono a carri sempre più lontani nella coda.

I pirati. Praticamente soffrivo con loro ogni volta che affondavano, come soffrivo per Will il Coyote quando non riusciva a prendere Bip Bip.

E poi la traduzione. Ma quanto bravi non sono stati nel rendere i giochi di parole, le battute, i nomi dei romani... che in italiano si fa parlare i legionari in romanaccio, ma nelle altre lingue? A quanto ho capito in francese non vengono attribuiti ai romani cadenze o accenti particolari.
Perché Assurancetourix (mi ci è voluto parecchio, con l'aiuto di qualcuno, per capire la maggior parte dei giochi di parole insiti nei nomi dei personaggi) è sempre da solo e vive in una capanna in cima ad un albero, e non lo fanno mai suonare e addirittura lo legano e imbavagliano (ma erano proprio dei barbari!) al banchetto finale?

Queste, più tante altre, sono le domande, le idee, gli aspetti che mi venivano in mente quando leggevo (e leggo!!) Asterix, questo meraviglioso fumetto, questa pietra miliare nella storia della Nona Arte ma anche della cultura francese.

Alcune storie sono terribili. "Asterix e il paiolo" l'ho letto pochissime volte da bambino, perché mi faceva pena il povero Asterix che cercava in ogni modo di recuperare il denaro rubatogli; altri personaggi mi facevano proprio paura: "Asterix e l'indovino" mi ha fatto venire gli incubi, le tavole iniziali hanno raggiunto il loro scopo, mi hanno comunicato paura e sudori freddi. I colori della faccia dell'indovino illuminata dalla candela durante la tempesta, a p. 8 vignetta 5, li ho ancora in mente!

Adesso che sono cresciuto, ovviamente mi avvicino all'opera in tutti altri termini. Alcune scene e colori non mi fanno più paura, più che al disegno (che comunque ammiro ancora tantissimo, come l'assoluta novità, per quegli anni, di inserire una fotografia in una tavola del fumetto, a pag. 9, ultima vignetta, in "Asterix e l'indovino", oppure, il perfetto dettaglio e colore nelle ultime due vignette a p. 21 di "Asterix alle Olimpiadi", il cinturone, i bonghi, le rocce e le sfumature di colore dell'alba), cerco di cogliere i riferimenti, i giochi di parole e le allusioni che Goscinny ha disseminato nella sua opera, e mi accorgo, dopo ogni lettura, di quanto bravi siano stati entrambi gli autori a descrivere certi ambienti, situazioni e realtà che non hanno perso di freschezza e simpatia dopo 30 anni di vita e migliaia di riletture. Rido ancora, quando in "Asterix e i Normanni", alla proposta di Grandibaf, il capo dei temibili guerrieri, di sbarcare in Normandia (cioè, in Gallia! p. 9), i suoi fedeli rispondono "Per Thor!", "Per Odino!", "Per esempio!", perché le belle battute fanno ridere sempre. E di belle battute gli albi di Asterix ne sono pieni.

Chi legge uno qualsiasi dei primi ventiquattro albi, non può non restare affascinato e colpito dal livello grafico e didascalico di quest'opera. Il fumetto è nato per essere pubblicato in una rivista per ragazzi, ma nemmeno i due autori si sarebbero immaginati che colpisse così tanto anche i grandi, ed è forse questo aspetto che ha contribuito più di altri a determinare la grandezza e la rinomanza di quest'opera al grande pubblico, anche presso coloro che sotto sotto continuano a ritenere che il fumetto sia un aspetto culturale secondario, ma Asterix è l'eccezione che conferma la regola. Testimone il fatto che questo mezzo di comunicazione sia stato accettato anche dalle persone adulte (anagraficamente) non addette ai lavori.

Il mio personalissimo e umilissimo giudizio è quindi abbastanza evidente: Asterix è un ottimo fumetto: fa ridere, fa divertire, fa riflettere, fa ricordare avvenimenti e situazioni studiate sui banchi di scuola, fa rivivere (magari) le vacanze passate all'estero, fa, soprattutto, venire voglia di rileggerlo e rileggerlo e rileggerlo....

Penso di poter chiudere con una nota non proprio felicissima, sulla gestione di Uderzo dopo la morte dell'amico Goscinny.
A parte la non equa divisione dei diritti fra lui e Anne Goscinny, figlia ed erede di René, si può discutere un attimo di più sulle ultime storie pubblicate.
Dopo la morte di Goscinny e del diverbio con la Dargaud, Uderzo ha creato una sua casa di edizioni, la Albert-René. Gli ultimi nove albi quindi ("Asterix e il grande fossato", "L'odissea di Asterix", "Il figlio di Asterix", "Le mille e un'ora di Asterix", "La rosa e il gladio", "La galera di Obelix", "Asterix e la Traviata", "Asterix tra banchi e... banchetti" e "Quando il cielo gli cadde sulla testa" ), sono stati pubblicati da tale editore. Si tratta di storie che Uderzo ha scritto e disegnato praticamente da solo, ma che non rispecchiano minimamente l'arguzia, l'intelligenza e la profondità di analisi di Goscinny. Nulla da dire sul tratto grafico, sempre di buoni se non ottimi livelli, ma è ovvio che Uderzo ha giocato sulla rendita di Asterix, contando sul fatto che la gente comprasse i volumi aspettandosi storie analoghe a quelle firmate da Goscinny.
Purtroppo la realtà non è stata così. Il successo commerciale dà ragione ad Uderzo, ma con un minimo di obiettività, ci si rende conto che non si tratta di grandi opere. I giochi di parole sono sempre quelli, riciclati in diversi albi (Cesare: "Pazzia momentanea? E' pazzesco! Quegli schiavi in libertà sono pazzi di gioia e tu sei pazzo da legare" da "La galera di Obelix", oppure Asterix: "Non è possibile! Quando non devi cantare canti, quando devi cantare non canti! Non me la canti mica giusta, sai?" da "Le mille e un'ora di Asterix"), l'impianto di base quasi scontato, e anche le storie stesse sono permeate da un senso di irrealtà (sia storiografica che culturale) che mancava invece totalmente negli albi di Goscinny. Un altro villaggio gallico che resiste all'invasore (senza pozione magica!)? Cesare che ricostruisce il villaggio gallico dopo averlo devastato? Viaggi sempre più ad oriente ricalcando situazioni e personaggi già presentati in altre occasioni o fumetti (il cattivo visir delle "Mille e un'ora di Asterix" non è forse il famosissimo personaggio di Iznogoud, sempre di Goscinny?), svolte improbabili verso il gentil sesso, Panoramix che armeggia con provette in vetro, e in ultimo, cosa succederebbe ad Obelix se bevesse la pozione magica? Argomento questo tenuto lontano volutamente dallo stesso Goscinny, e solo accennato negli albi precedenti.
Per non parlare dell'episodio "Quando il cielo gli cadde sulla testa", che ha quasi snaturato i personaggi originali, un Abraracourcix incapace di prendere un minimo di posizione, un Panoramix quasi arteriosclerotico, un Asterix praticamente onniscente, un Obelix incapace di fare di spalla vera e propria, pensando sempre e solo ai cinghiali. Degli altri abitanti del villaggio, nemmeno l'ombra delle potenzialità che avevano anni fa. La sterile diattriba fra fumetto americano e giapponese, assolutamente insulsa in un albo di Asterix, che sembra ormai un ricettacolo delle paure e il flebile tentativo di Uderzo di rappresentare la realtà ed i costumi sociali attuali, ben diverso dagli atteggiamenti di Goscinny di analisi, si, ma anche di ironia, parodia, e presa in giro culturale di concetti e situazioni più semplici e universali.

E' un vero peccato, una fine (!?) quasi ingloriosa, ma è innegabile che Asterix risenta fortemente della mancanza del suo sceneggiatore-padre. Pazienza, personalmente rileggo e gusto con maggior intensità i primi albi, pensando che non ce ne sarnno più di simili.

Se vi è piaciuto provate anche ...

Non saprei trovare altre opere assimilabili ad Asterix, come genere, intensità e spirito.

Se vi è piaciuto lo stile e lo spirito di Goscinny, potete senza dubbio provare Lucky Luke, di Goscinny e Morris, che però presenta meno giochi di parole, pare perchè Morris non ne fosse troppo entusiasta, mentre in Iznogoud i doppi sensi sono fin troppo abbondanti, tanto da creare seri problemi di traduzione.
Tanguy et Laverdure, disegni di Uderzo e testi di Charlier è un altro buon candidato, oppure anche Les Schtroumpfs (i Puffi) di Peyo, rovinati dalla versione animata di Hanna e Barbera, per non parlare di Spirou, creato da Rob Vel gia' nel 1938, ma valorizzato da Andre' Franquin negli anni '50 e '60, tant'è vero che la galleria di comprimari e coprotagonisti di questa serie è tra le più straordinarie che si conoscano. Meno noto Oumpah-pah, di Goscinny e Uderzo, pellerossa che vive le sue avventure nell'America del settecento, di cui la Mondadori ha recentemente pubblicato pochi albi, stesso formato e prezzo di Asterix.

Queste sono tutte opere che in qualche modo, magari a sprazzi, hanno avuto l'onore di essere pubblicate in Italia da qualche editore lungimirante, ma la reperibilità è decisamente difficile. Chi conosce la lingua francese invece, con un viaggio oltralpe in qualsiasi grande magazzino o libreria non ha che l'imbarazzo della scelta.

Potrei suggerire inoltre Gaston Lagaffe di Franquin, umorismo e demenzialità allo stato puro, sempre con molta intelligenza e arguzia, ma anche Achille Talon di Greg, Boule et Bill di Roba, e soprattutto il già citato Iznogoud di Goscinny e Tabary sono dei veri gioielli; purtroppo, tranne per pochi numeri di Lagaffe e Spirou, introvabili in Italia. Non mi risulta che siano stati mai neanche pubblicati da noi, tranne Iznogoud molto tempo fa nella rivista Pilot della Bonelli.


Citazioni

Potrei andare avanti per parecchie pagine, ma mi sono trattenuto, sperando che magari la lista si possa aggiungere con le VOSTRE citazioni scelte! :-))

Centurione: Gradirei un po' più di entusiasmo e un po' meno latino quando chiedo un volontario!
(Asterix il gallico)

Asterix: Non hai notato nulla di strano in quell'Arverno?
Obelix: Si, il suo accento.
(Asterix e il Falcetto d'oro)

Asterix: Non dovrebbe essere troppo lontano, e a piedi si è veloci come i buoi.
Obelix: Per forza! Anche i buoi sono a piedi.
(Asterix e il Falcetto d'oro)

Oste tedesco: Ziate i penfenuti, una ghamera?
Asterix: Si, e due cinghiali.
Obelix: Anche per me due cinghiali.
(Asterix e il Falcetto d'oro)

Legionari: Siamo stati catturati da due goti superiori di numero che ci hanno preso i vestiti!
(Asterix e i Goti)

Asterix: Parleremo quando l'interprete dormirà
BONG (pugno di Obelix sull'interprete)
Obelix: L'interprete dorme. Parliamo.
(Asterix e i Goti)

Prefetto: Allora ho avuto un'idea geniale: portare a Cesare uno degli irriducibili galli della regione.
Decurione: Ma prefetto, questi galli irriducibili hanno un grande difetto!
P: Ah? Quale?
D: Che sono irriducibili, appunto!
(Asterix Gladiatore)

Grandimais, mercante fenicio: Sono sicuramente dei pirati. Possono catturarci come schiavi, ucciderci, o peggio ancora rubarci la mercanzia!
(Asterix Gladiatore)

Asterix: Proviamo ad interrogare la guardia abilmente, senza destare sospetti...
Obelix: Hep. Dov'è rinchiuso Assurancetourix?
Guardia: Cella XVIII, primo sotterraneo, ma è in prigione.
Asterix: ?????????
(Asterix gladiatore)

Egiziano: Voi non uscirete mai di qui, stranieri! Questa tomba sarà la vostra tomba!
Obelix: Tutto questo non sarebbe successo in un menhir...
(Asterix e Cleopatra)

Prefetto: E se non li trovate, vi faccio bollire e servire ai leoni con della salsa alla menta!
Centurione 1: Ma è orribile!
Centurione 2: Si, povere bestie...
(Asterix e i Britanni)

Oste: Cosa vi servo per bagnare il cinghiale bollito? Acqua calda, cervogia tiepida o vino rosso ghiacciato?
(Asterix e i Britanni)

Legionario 1: Si salvi chi può!!
Legionario 2: Non so se ci riesco, ma ci provo...
(Asterix e i Britanni)

Avanguardia: Non spingete dietro...
Retroguardia: Non così di fretta davanti!
(Asterix in Iberia)

Centurione: Imbecille, la retroguardia non ha fatto il suo lavoro, cosa che ha trasformato l'avanguardia in retroguardia. Torna indietro, avanti!
(Asterix e la zizzania)

Obelix: Nuotiamo nel lago, scaliamo montagne..
Asterix: Beh? Non siamo mica in vacanza...
(Asterix e gli Elvezi)

Parlando di Cesare.
Senatore 1: Di chi parla?
Senatore 2: Di se stesso. Parla sempre di se stesso alla terza persona.
Senatore 1: E' formidabile!
Cesare: Chi?
Senatore 1: Beh... voi!
Cesare: Ah, Lui!
(Asterix e il regno degli dei)

Tutto il lavoro è frutto ovviamente di interpretazioni personali e basato su dati che possiedo personalmente o che ho recuperato in Rete. Eventuali segnalazioni di errori, soprattutto nella sezione bibliografica, sono quindi benvenute, e saranno utilizzate per il prossimo aggiornamento della scheda.

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