Asterix di René Goscinny e Albert Uderzo


Ricordi di Bernard de Choisy

Riporto un ricordo di Bernard de Choisy, amico e collaboratore di René Goscinny e Albert Uderzo, preso dal numero speciale per i 35 anni di Asterix. Si tratta di un albo gigante che celebra il trentacinquesimo anniversario di Asterix, pubblicato in Italia nel gennaio 1996, per i tipi della Arnoldo Mondadori, dalle edizioni Les Editions Albert René, Goscinny-Uderzo, Traduzione di Alba Avesini, Lettering di Giorgio Vaccaro.

A questo articolo ho aggiunto alcune note per comprendere meglio il contesto oltre ad altri dati e notizie che ho raccolto. Spero di non stravolgere così facendo il racconto originale di Bernard de Choisy.

Nel 1959 d.C., di Bernard de Choisy

L’estate 1959 è piuttosto afosa. Il modesto edificio di Bobigny, una casa popolare (HLM, N.d.R.) e residenza di Uderzo, è soffocante. Piazzati sul terrazzino, di fronte ai maestosi alberi verdeggianti che nascondono il vasto cimitero di Pantin, René e Albert “fumano” in tutti i sensi. I portacenere sono eternamente pieni, i bicchieri di pastis [comunissima bevanda dissetante francese a base di anice, da bere servita con molto ghiaccio, N.d.R.] eternamente vuoti. I due amici, cicca all’angolo della bocca, ridacchiano per una qualche idea bislacca, delirante o volgare, sopraggiunta ad attenuare per pochi istanti la tensione. Intanto Sylvie, una bimba di tre anni, s’infila tra le gambe di René, poi si aggrappa a quelle di suo padre e pilucca un’oliva, partecipando con ciò, inconsapevolmente, alla riflessione più proficua della storia del fumetto contemporaneo.

Inizialmente qualcosa viene fuori, e pensano ad un riadattamento della favola “Le roman de Renart”, fanno qualche tentativo e disegnano anche alcune tavole. Inizialmente pare che tutto vada bene, ma quando Rymond Poïvet annuncia loro che anche Jen Trubert sta facendo un adattamento del capolavoro della letteratura medioevale francese, decidono di smettere con il progetto, ma non si scoraggiano.

“Rifacciamo una cronologia storica: dimmi le grandi fasi della nostra Storia” chiede René. L’idea era già stata adottata per certe loro vecchie vignette. Coscenzioso com’è, ridarella a parte, Albert attacca col paleolitico. Ma... paleolitico uno, paleolitico due, per mancanza di acquirenti l’uomo delle caverne non viene aggiudicato. Posando il bicchiere di pastis sul tavolo, il disegnatore fa: “E poi vengono i Galli...”. L’altro lo blocca al volo con una sfilza di battute sull’epoca gallica: l’idea c’è, forse... Le mani si mettono in movimento, le idee si accavallano, le sigarette vengono spente per poter prendere degli appunti. In fatto di storia dei Galli, la cultura dei due è pari a quella del francese medio: Vercingetorige, mitico capo gallico dai capelli lunghi e biondi come i baffi, si arrende un giorno a Giulio Cesare. Tutto qui. Ma i due vogliono concedersi il lusso di riscrivere la Storia: una tentazione irresistibile per dei comuni mortali. E allora... no, nel 50 a.C. Cesare non invade proprio tutta la Gallia: a resistere ancora e sempre all’invasore c’è un piccolo villaggio popolato da cuginetti di Vercingetorix, [il nome gallico del combattente celtico, N.d.R.] i cui nomi difatti finiscono per “-ix”: stravolta a dovere l’ortografia francese, il dizionario Goscinny-Uderzo ha dalla sua la forza dell’evidenza. L’esplosiva scintilla che scaturirà dalle loro strisce parte tutta da questa trovata iniziale: un villaggio di irriducibili, assolutamente verosimile, nato dalla fantasia di due sensibili caricaturisti e inguaribili sognatori.

René è un vulcano di idee. I personaggi principali avranno nomi che cominciano per ”A” nel rispetto dell’ordine alfabetix... ehm, alfabetico.

Il nome del personaggio principale deve cominciare con la A, dell’inizio dell’alfabeto, e da lì a coniare Asterix, il passo è breve. Subito dopo nascono altri patronimi, oggetto di nuove spiritosaggini, come Obelix, Assurancetourix o Panoramix. Per i Galli il più è fatto, adesso bisogna pensare ai nemici, i romani. Continuando con lo stesso ragionamento, una breve riflessione è sufficiente a René per concludere che i loro nomi finiscono in ”-us”, la qual cosa riserverà la sorpresa di non pochi patronimici.

Per quanto riguarda invece i suffissi dei nomi di persona, Goscinny giustamente ha evidenziato alcuni suffissi più ricorrenti per le varie popolazioni. Eccone una lista:

Cultura / Paese / Regione
Nome Suffisso
Romani
- us
Greci
- os
Persiani
- es
Bretoni
- ax
Goti
- ic
Normanni
- af
Danesi
- sen
Egiziani (anche Fenici)
- is / - et (non sempre)
Iberici
- on
Indiani (uomini)
- ade
Indiani (donne)
- it / - at

L’oroscopo di agosto di René e Albert dev’essere stato ben carico di promesse, in quel 1959! Nemici giurati dei galli saranno i romani, trattati come zimbelli e costretti a subire con fatalismo la loro incapacità di sconfiggere l’ultima sacca di resistenza gallica... Ma come fa il villaggio a contrapporsi alle legioni romane, numerose e ben fornite di armi come sono? E’ la genialità di Albert a fornire in tutta naturalezza la soluzione al problema: una pozione magica messa a punto... anzi, cotta a puntino, dal druido del villaggio, il saggio, il sapiente, l’onniscente Panoramix. A neanche quindici anni dalla fine della guerra, mentre Charles De Gaulle, eroe della resistenza e simbolo dell’orgoglio gallico, torna da vincitore alla guida del suo paese, la creazione di Asterix, superando gli angusti limiti del racconto a fumetti, è in perfetta sintonia coi tempi.

Un ebreo dell’Europa dell’Est franco-americano-argentino e un gallo-romano figlio di un emigrante italiano reinventano così, su un terrazzino a Bobigny, la tradizione gallica più appassionante, più divertente e più caustica che ci sia. Bel colpo, dopo vent’anni di sogni nel cassetto e otto di amicizie e speranze condivise!

I primi schizzi dei personaggi inventati dal disegnatore offrono, con taglio umoristico, una versione divertente e coerente dei guerrieri gallici. Un Asterix grande, muscoloso e con un elmo alato è presto abbandonato per una figura mingherlina, baffuta, che urla, tignosa, dal fisico poco attraente. Asterix deve essere un “piccoletto” dal fisico poco invidiabile, un tipo volutamente studiato in modo che gli si possano facilmente attribuire le caratteristiche del temperamento gallico: è infatti brontolone, testardo, rissoso e buontempone... Fin dalle prime tavole emerge un altro personaggio: è alto, ha un bel pancione, non porta ancora menhir sulla schiena ma ha un’ascia alla cintola [che non avrà più già dalla seconda avventura, N.d.R.]; ha l’aria placida e gioviale, ma si rivela essere un buongustaio e molto suscettibile. Questa “spalla” che René adotterà con convinzione solo alla seconda avventura, si chiama Obelix. La configurazione dei ruoli e dei tratti del carattere si precisa meglio in breve tempo e nelle seguenti storie Asterix diventa un eroe senza macchia e senza paura, il cui unico handicap è costituito dal fisico mingherlino; Obelix, con la sua aria pacioccona, riassume su di sé un’infinità di difetti franco-gallici coi fiocchi: è ingordo, attaccabrighe, permaloso, irascibile, intemperante...

Fin dalle prime tavole, i protagonisti principali sono subito in scena: Asterix, le legioni, l’intero villaggio. Circondato da quattro accampamenti romani, il villaggio e i suoi abitanti non sembrano comunque molto preoccupati; essi pensano a godersi la vita e a prenderne il lato positivo, e ogni scusa è buona per festeggiare, bere e mangiare. Nulla sembra sconvolgere la loro calma e gioia di vivere, tranne forse la paura che il cielo possa cadere sulle loro teste [“ma questo non accadrà oggi, semmai domani”, ripete fiducioso il capo del villaggio. N.d.R.].

A questo punto le peripezie si succedono, dove i romani sono coperti di ridicolo e riempiti di botte. Asterix e Obelix quindi, viaggiano per tutto il mondo conosciuto e non, seguendo diverse avventure.

La grafica di Asterix, che all’inizio non è brillante, già dal quinto numero, Asterix e Cleopatra, subisce una sorta di metamorfosi, rivelando le capacità artistiche di Uderzo, il quale riesce a rendere benissimo la storia pensata da Goscinny, densa di battute visive, giochi di parole, e citazioni. I più puntigliosi potrebbero ravvisare in alcune avventure degli elementi anacronistici, quali la speculazione immobiliare in “Asterix e il regno degli dei”, o una lezione di economia (“Asterix e la Obelix S.p.A.”); certi esegeti potrebbero addirittura attribuire al fumetto un aspetto politico, rimproverandogli, come all‘epoca è stato fatto, un lato “gaullista” forse troppo scoperto. Goscinny e Uderzo non si cureranno mai di rispondere a queste critiche, dal momento che a loro interessa solo divertire.

L’humour di coppia funziona in effetti su diversi livelli, dal momento che ne traggono beneficio sia i lettori che preferiscono l’azione, che cercano un semplice divertimento nella lettura, sia i lettori più attenti ed esigenti, che trovano abbondante materia di riflessione. In breve, Asterix è accessibile a tutti, e determina quindi ben presto un vero e proprio fenomeno di società.

Bernard de Choisy

Intervista tratta dall’albo gigante che celebra il trentacinquesimo anniversario di Asterix, pubblicato in Italia nel gennaio 1996, per i tipi della Arnoldo Mondadori, dalle edizioni Les Editions Albert René, Goscinny-Uderzo, Traduzione di Alba Avesini, Lettering di Giorgio Vaccaro.

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