A l b e r t     U d e r z o



Fismes, 25/4/1927
Sceneggiatore, disegnatore.

Figlio di immigrati italiani, la sua famiglia non acquista la nazionalità francese che nel 1934. Albert scopre molto giovane il fumetto grazie al personaggio di Topolino, pubblicato nel “Petit Parisien”, e poi nel giornale con lo stesso nome. Nel 1940 quando ha solo 14 anni, si presenta alla Société Parisienne di edizioni che lo assume. Lì impara le basi del mestiere, il disegno delle lettere, i ritocchi fotografici, la calibratura di un testo e così via.

Pubblica la sua prima illustrazione, una parodia della favola “Il corvo e la volpe”, nella rivista “Junior”.

Fa anche l’incontro determinante con Edmont-François Calvo. Dopo un soggiorno in Bretagna, raggiunge suo padre e lo assiste presso un liutaio parigino. Nel 1945 lavora con Renan de Vela su un progetto di un cartone animato intitolato “Clic-Clac”, poi illustra “Flamberge”, una storia di moschettieri scritta da un certo Em-Re-Vil. L’anno successivo, dopo aver letto un piccolo annuncio, è assunto nelle edizioni Chêne. Disegna un racconto in 16 tavole mettendo in scena “Grognard Clopinard”.

Sotto lo pseudonimo di Al Uderzo, collabora alla rivista OK e crea successivamente “Arys Buck”, il “Prince Rollin”, poi “Belloy l’Invulnérable”.

Nel 1949 si trova come reporter disegnatore nel giornale France-Dimanche, di cui una scelta dei suoi fumetti più importanti viene proposta nell’albo “Les actualités, 1950-1954”, presso le edizioni Pressibus nel 1993. Dopo “Jean Bellus”, anima “Le Crime Ne Paie Pas”, un fumetto verticale pubblicato dal quotidiano France Soir.

Dopo aver disegnato “Capitain Marvel Junior” in Bravo! Uderzo si lega a Yvan Cheron, il responsabile dell’agenzia belga International Press. Quest’ultimo lo invita a Bruxelles e gli presenta Georges Troisfontaines, il direttore dell’agenzia World Press e nella stessa occasione fa conoscenza con i disegnatori Victor Hubinon, Eddy Paape e Mitacq, così come con lo sceneggiatore Charlier con il quale rilancia “Belloy” nel 1951 nel giornale belga La Wallonie.

Nello stesso anno incontra un giovane ragazzo appena arrivato dagli Stati Uniti: René Goscinny.

Una complicità si crea molto in fretta fra i due. Inizialmente, redigono e illustrano una rubrica sul savoir-vivre, pubblicata nella rivista femminile Bonnes Soirées. Creano in seguito “Pistolin”, mettendo in scena un corsaro gentile, seguito poco dopo da “Luc Junior”.

Queste due serie vengono pubblicate nel Libre Junior, supplemento del giovedì del quotidiano La Libre Belgique di Bruxelles.

A quell’epoca, hanno anche l’idea di lanciare sul mercato americano un personaggio che risponde al nome di “Oumpah-Pah”. Questo non raggiunge alcun successo e resta ancora per qualche anno nella cartella dei disegni.

Sempre per Bonnes Soirées, Uderzo illustra “Sa Majesté Mon Mari” e “Valérie Andre”, un‘eroina della guerra di Indocina.

In compagnia di Octave Joly, si lancia nel 1955 in due sceneggiati realisti: “Tom et Nelly”, per Risque-Tout e “Marco Polo” per La Libre Junior.

Verso la fine del 1955, Uderzo, Charlier, Goscinny e Jean Hebrard (responsabile della pubblicità presso la World Press) decidono di fondare un sindacato per difendere i loro diritti. I loro datori di lavoro Dupuis e Troisfontaines lo vengono a sapere e decidono di licenziarli.

I quattro formano allora due società parallele: Edifrance ed Edipresse, rispettivamente agenzie di pubblicità e di edizioni. Sponsorizzati dal cioccolato Pupier, fanno uscire un fascicolo: “Pistolin”. Nel sommario troviamo Uderzo in “Belloy”, in “Les Enfants Héroïques” e in “Les grands Noms de France”.

Parallelamente, con Goscinny, crea “Bill Blanchart”, una serie realista pubblicata in La Libre Junior e continua “Benjamin et Benjamine” nella rivista con lo stesso nome, dopo Christian Godard.

Nel 1957, su un testo di Charlier, disegna “Clairette”, un fumetto sentimentale proposto da “Paris-Flirt”.

Un anno più tardi Uderzo fa il suo ingresso presso Tintin. Oltre alla serie Oumpah-Pah, alla fine pubblicata, realizza diverse storie complete e “La Famille Cokalane”, una creazione pubblicitaria richiesta dallo schampoo Petrole Hahn.

I responsabili di Edifrance/Edipresse hanno una marea di progetti, fra cui la rivista Clairon per la società Fabrique-Union, e poi Pistolin per il cioccolato Pupier. In quest’ultimo caso Goscinny scrive le storie che sono illustrate da Hughues, alias Hubinon. Successivamente riprende il personaggio di “Pistolet“ e lo ribattezza “Jehan Soupolet“. Un altro progetto, il “Supplément Illustré”, si vede destinato alla stampa quotidiana. Per l’occasione Uderzo disegna “Banjo3 ne répond plus”, un fumetto realista prefigurante “Tanguy et Laverdure”, e “Antoine l’Invincible”.

Questo supplemento non andrà oltre il numero zero. Risultato analogo anche per radio-Télé, per il quale non disegna che una copertina e una strip. Questa rivista anche se non esce mai, permette al gruppo di stabilire contatti di una certa entità con la stazione Radio-Luxembourg, che si concretizzeranno in ottobre 1959 con l’uscita di Pilote.

Nei primi numeri di questa rivista, Albert Uderzo disegna “Tanguy et Laverdure” con Charlier e Asterix con Goscinny.

Il piccolo gallo si impone con il passare degli anni come il best-seller assoluto e il personaggio più conosciuto di tutto il fumetto francese. In seguito Uderzo abbandona le altre serie per consacrarsi solo ed esclusivamente ad Asterix.

Nel 1967 esce il primo di una lunga serie di cartoni animato di Asterix, intitolato “Asterix il gallico”. Sette anni dopo, sempre in compagnia di Goscinny, fonda gli Studi Idefix.

Nel 1979, a due anni dalla morte del suo amico sceneggiatore, crea le edizioni Albert-René. Dopo la morte di Goscinny nel 1977, Uderzo è solo per assumersi la responsabilità dei testi e dei disegni. La parte più difficile è trovare ogni volta una nuova idea. Uderzo scrive e disegna ogni vignetta di ogni albo da solo, nel suo appartamento. Lavora circa nove mesi per realizzare un albo (3 mesi per la storia e i dialoghi e sei mesi per i disegni), Per le sole avventure di Asterix, sono stati prodotti circa 14.000 disegni.

La collezione di Asterix comprende oggi 33 titoli, in oltre 250.000.000 di esemplari nel mondo intero e tradotti in oltre 77 lingue. Senza parlare dei sei film di animazione, lungometraggi e di tutti i prodotti derivati concessi in licenza.

Nel frattempo si è anche dedicato alla creazione del parco di divertimenti di Asterix, alle porte di Parigi.

Il suo stile grafico, molto personale, fa indubbiamente riferimento alla scuola realista americana, di cui conserva l’efficacia, e della scuola umoristica franco-belga. Assieme a Goscinny ha fatto sì che il fumetto fosse conosciuto da un pubblico adulto che fino ad allora sembrava ignorare tale genere.

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