Asterix di René Goscinny e Albert Uderzo


Linguaggi


Una delle grandi innovazioni, anche grafiche, di questo fumetto, è per esempio il fatto di usare caratteri (font) diversi in base alle lingue che si stanno parlando.
Così, per far parlare i Goti, vengono usati i caratteri gotici appunto (che altro vi aspettavate? ^_____^), per il greco, lettere appuntite, come i caratteri greci scolpiti, per l’egiziano, buffi geroglifici (mitica la scena in cui Obelix fa una domanda in egiziano, e per segnalare che non era pronunciata nel modo migliore, i geroglifici sono volutamente sgraziati e distorti!), per il latino, quando si tratta di parole scolpite e non pronunciate, come se fossero appunto scolpite, in tre dimensioni.
Notevole esempio grafico è il bellissimo “non-pieghevole” a due pagine (splash page) che si può vedere nell’albo “Asterix e il Regno degli Dei”.
Quando Asterix e Obelix vengono raggiunti dai Vichinghi in America, molte vocali dei fumetti degli uomini del nord presentano i caratteristici segni diacritici (barre, pallini sopra le A, qualcuno sa come si chiamano?), mentre Asterix quando prova a parlare le mette a caso, e comunque sempre in modo sbagliato. Gli indiani nativi d’America parlano per immagini, e talvolta con suoni, sempre onomatopeici.
Molto spesso inoltre l’umore di chi parla è evidenziato da alcuni accorgimenti. Nel caso di “Asterix e la zizzania“ il colore per segnalare la gelosia è il verde, sfumato in diverse tonalità, mentre per sottolineare gentilezza (vera o falsa), il testo diventa più aggraziato, e corredato da fiorellini, uccellini e note musicali.
Quando il personaggio è arrabbiato, nei balloons sono presenti teschi, pugni, spirali, stelle, esplosioni e via dicendo. Non credo che Uderzo sia stato il primo ad inventare questo “linguaggio“, ma sicuramente ha contribuito a portarlo allo status di standard.
Spiega Anthea bell, in una interessantissima analisi della traduzione del fumetto in inglese, responsabile delle traduzioni del fumetto per il mercato inglese, che "l'elemento grafico è inseparabile dal testo. Ma, paradossalmente, la traduzione del testo, se deve essere fedele allo spirito dell'originale, deve essere molto libera, in verità insolitamente libera, dove è possibile. La ragione di questo è che il testo francese è stracolmo di giochi di parole, battute e giochi verbali di ogni genere, che non è possibile tradurre direttamente." Nel corso del suddetto documento viene spiegato che la traduzione degli albi ha comportato una teorica divisione del testo in quattro aree: nomi (più di 400 nomi propri di persone o luoghi), canzoni, battute, altri giochi di parole.
Altri punti di attenzione che emergono sono, per esempio, il comportamento da assumere quando i riferimenti delle traduzioni diventano obsoleti nella cultura o nell'uso comune, per non parlare dei problemi di politically correct. Oppure come rendere i diversi accenti o registri linguistici delle popolazioni straniere.
Scheda di MailMaster C.
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