Asterix di René Goscinny e Albert Uderzo


Simposio - Della Consapevolezza celtica

In questa traduzione mi sono permesso alcuni adattamenti durante la traduzione, per rendere più scorrevole il tutto. Credo comunque di essere rimasto sufficientemente fedele all’articolo originale.

ARTICOLO: Della consapevolezza celtica
Simposio, Università di Toronto, febbraio 1978, Derrick De Kerckhove

Fin dalla sua prima apparizione nel 1961, in una rivista per giovani chiamata Pilote, Asterix ha avuto un grandissimo successo in Francia e all’estero con lettori giovani e meno giovani. La morte recente del suo creatore, René Goscinny, fu vissuta da molti francesi come una perdita personale. In Francia, Asterix è un eroe nazionale, un mini-superman che mostra specifiche caratteristiche francesi. Ma la distribuzione fenomenale del fumetto, che narra le sue avventure in oltre 70 lingue, compreso giapponese, cinese, arabo e turco, indica sicuramente che questi Galli, così pieni di humour, hanno qualcosa di più da offrire che non un incremento all‘autorispetto francese.

Il National Geographic non ha resistito alla tentazione di collocare il piccolo villaggio gallico nella mappa della storia nel suo numero del maggio 1977, dopo una notevole ricerca sul mondo celtico. Questo dovrebbe essere visto come una sorta di consacrazione.

Asterix e Obelix sono più che francesi: sono galli, e sono anche più di semplici galli, sono Celti. Come tali, appartengono ad un modo di vita che è sostanzialmente diverso da quello della tradizione giudaico-cristiana e dell’impero greco-romano, che assieme formano quello che è oggi riconosciuto come il Mondo Occidentale. In quanto celti, non francesi, essi incarnano, per ogni lettore, indipendentemente dalle sua nazionalità, lo spirito della tribù, che rimanda tutti, compresi turchi e giapponesi, indietro, in un passato recente o molto lontano, che rappresenta la fonte di tutti i miti.

Il mito fondamentale di questo fumetto è il contrario di tutti quelli che sono ispirati dallo spirito di conquista e aggressione tipica della frontiera, fantascienza, detective o storie di guerra del west. L’azione singola dei galli, è quella di resistenza all’invasione e all’assimilazione culturale di chicchessia, ma soprattutto dei romani. Come in molti fumetti basati su percorsi ripetitivi, la formula è molto semplice: con poche eccezioni, ogni storia è realizzata in base a risposte galliche sui vari tentativi fatti da Cesare o dai suoi ufficiali di sottomettere questa sacca di resistenza alla Pax Romana.

In superficie, le figure di quest’opera essenziale non sono molto sofisticate. Fra i Galli, nessuno, eccetto il saggio druido, è eccezionalmente dotato. Lo stesso Asterix, nonostante tutta la sua arguzia, si risolve spesso ad usare la pozione magica, che gli dona una forza sovrumana, piuttosto che ad elaborare una vera strategia. I romani, al contrario, sono sempre sottili, minuziosi, calcolatori, ben addestrati, e perdono sempre. I galli sono imprevedibili e totalmente spontanei; il loro comportamento e le loro attitudini sociali sono rappresentate in modo tale da fornire un’immagine di libertà e spontaneità non affetta dalle costrizioni della civilizzazione.

Come in tutte le espressioni plastiche della forma mitica, l’intento allegorico non è mai troppo lontano. I galli combattono per l’eterno valore della comunità umana su scala universale, mentre i Romani proiettano l’immagine di un ordine sociale effimero, imposto senza scelta, e destinato in ultimo a fallire a causa della sua totale noncuranza delle necessità umane [storicamente questa asserzione non è proprio esatta, ma rientra nella “nuova visione storica“ offertaci da Goscinny, N.d.R.].

I personaggi operano a diversi livelli. Alcuni appartengono di più all’esperienza francese; altri hanno un richiamo più universale. Per i francesi, la popolarità delle avventure di Asterix è certamente radicata nel fatto che la centralizzata Education Nationale raccomanda la lettura obbligatoria dei Commentarii di Cesare sulla guerra in Gallia ad un certo punto dell’educazione dei bambini.

La storia della Francia stessa inizia nel momento della conquista di Cesare. Così la resistenza eroica del villaggio di Asterix si prefigura come qualsiasi cosa, nella “France eternelle”, sfugga alla determinazione della storia. Lo spirito di resistenza si focalizza su un secondo punto, piuttosto ovvio, del successo di Asterix: la resistenza francese contro l’occupazione tedesca durante la seconda guerra mondiale. Abbastanza sorprendentemente, i tedeschi che compaiono nella storia “Asterix e i Goti”, e parlano solo con caratteri gotici, sono trattati piuttosto gentilmente dalla satira. In effetti, il più delle volte, si uniscono ai galli per fronteggiare i romani, in ottemperanza al puro spirito del Mercato Comune, un’invenzione celtica.

L’attitudine satirica degli autori, riguardo all’antagonismo di base è molto consistente; i tedeschi non sono nemici veri e propri, sono solo tribù rivali. Cesare e le sue truppe dislocate ovunque sono un’altra cosa ancora. I romani rappresentano il terreno comune di lamentele condiviso da tutte le popolazioni moderne dal primo al terzo mondo. I romani, con tutti i loro clichés tradizionali di ordine burocratico disciplinato e di controllo centralizzato, aumentano i modelli insidiosi di assimilazione culturale, che assommano ad una colonizzazione psicologica. Il riferimento nascosto, nonostante diffuso e mascherato da molti strati di esperienza culturale, potrebbe ben essere il modello di vita americano. Questo potrebbe essere il motivo per cui arabi, turchi e cinesi ridono quando leggono Asterix.

I francesi, ovviamente, non aspettarono i modelli americani, per tirar fuori i propri tipi di burocrazia e di modelli industrial-militari. Con la definizione della tecnologia di stampa, a tali forme fu dato un incredibile ampiezza, e culminarono nel codice napoleonico e nel neoromano modo di vita, portato avanti dal primo e secondo impero francese. I romani delle avventure di Asterix forniscono una cornice per una satira della vita moderna. Invece di mettere sempre la solita vecchia storia in nuovi abiti, abbiamo una nuova storia nei vecchi abiti. Il modo migliore per screditare le nuove forme, è di mostrare che sono in realtà già vecchie.

La tecnologia elettronica ha introdotto motivi ricorrenti di decentralizzazione in molti aspetti del modo di vita americano, il quale, come il modo di vita romano, è basato su una vasta letteratura. L’effetto dei media elettronici e delle comunicazioni è stato quello di cambiare le burocrazie centralizzate nei suoi correlativi, le corporazioni multinazionali, il cui centro è dappertutto e i cui confini non sono da nessuna parte.

Il Cesare storico usò la strategia, le macchine e la forza bruta per conquistare la Gallia e per annichilire la cultura celtica. Il nuovo Cesare di Asterix prende in prestito le sue tecniche dalle corporazioni multinazionali: ricerche di mercato, sviluppo, manipolazione dei governi locali, pubblicità, insomma, tutti i mezzi più sottili della rivoluzione digitale.

Per esempio, in una delle storie migliori, “Asterix e il regno degli dei”, Cesare ipotizza di circondare il villaggio dei galli con un complesso di moderno sviluppo, con una grande crescita di edifici e di appartamenti, centri commerciali, arene, teatri, alimentari, ecc. L’effetto di questa strategia è di infiltrare nel villaggio gallico nuovi modi di vita e di introdurre quindi lo stile di vita romano. In breve, per giustapposizione portare il villaggio a livello di bassifondi di periferia in comparazione con il nuovo complesso. I galli osservano la costruzione del primo complesso di appartamenti senza opporsi troppo violentemente, [da un lato, N.d.R.] perché sono divertiti dalle manovre romane [e dall’altro perché a costruzione ultimata gli schiavi impiegati nei lavori dovrebbero tornare in libertà. Il condizionale è d‘obbligo: leggere per credere!, N.d.R.]. A Roma Cesare fa uso delle moderne tecniche pubblicitarie di promozione per persuadere un certo numero di cittadini a spostarsi nella Gallia del Nord. Il nuovo quartiere trasforma immediatamente ogni gallo, chi in un commerciante di pesce e cinghiali, chi in venditore di antichità (armi e prodotti autoctoni), per soddisfare i bisogni dei nuovi arrivati. Il piano di Cesare funziona. La fiera competizione sta portando i galli uno contro l’altro in uno spirito di odio perpetuo.

L’analisi sociale non va molto in profondità, ma va abbastanza lontano per darci un riassunto su questa guerra, che è portata avanti dalle nuove tecnologie e dai cambiamenti ambientali. La natura di tali metamorfosi è essenzialmente collettiva. I galli sono una comunità ed è la comunità come eroe che dà peso alla satira sociale.

La natura mitica del villaggio gallico è ovvia: è l’incarnazione della frustrazione e di un abusato ideale. La frustrazione porta al sempre ricorrente romantico “ritorno alla natura”, e si esprime in una resistenza allo spirito dell’organizzazione ogni qual volta trapassa la “legge naturale” della fratellanza e dell’ordine tribale. L’ideale è espresso nell’armonia dell’ordine sociale dove le proporzioni umane sono preservate contro l‘esca dei bisogni fabbricati. In ultimo, la storia non porta alla glorificazione dell’eroe, ma al ritorno alla pace e sicurezza della comunità. La saga di Asterix sembra una rivisitazione del nostro vecchio folklore e delle più antiche tradizioni epiche, dando però la priorità alla tribù più che al singolo individuo.

Commento: Questo articolo è decisamente più complesso e profondo degli altri, ma mi trova d‘accordo praticamente su tutto, e l‘analisi sociale ed economica che fa mi sembra sostanzialmente corretta.

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