Asterix di René Goscinny e Albert Uderzo


Articolo dalla stampa norvegese

Questo articolo è apparso in un’ottima rivista norvegese, TEGN, nel numero 4 del 1994. L’autore è Finn Bjørklid.

Mi sono permesso nella traduzione di adattare alcuni passi. Tenete presente che questo articolo è stato scritto in norvegese, poi tradotto non felicissimamente in inglese, e poi in italiano. Alcuni passaggi possono quindi non risultare chiarissimi. Credo però che ne valga la pena, perché l’articolo è veramente ben fatto ed interessante.

Un Gallo Celtico di Nome Asterix

La differenza fra la persona acculturata e quella non acculturata, è che quella acculturata si gratta il naso quando nessuno la vede. La stessa persona non legge fumetti quando gli altri la guardano. L’unica eccezione, è che uno osi di essere visto in pubblico mentre legge Asterix.

Con la sua ricca galleria di personaggi, le sue eccellenti gags, e la deliberata ripetizione degli effetti migliori ottenibili da un fumetto, come l’immancabile banchetto nell’ultima pagina come ultimissima vignetta, o il ripetuto affondamento dei pirati, il fumetto ha conquistato il cuore dei suoi lettori in tutto il mondo.

Il fumetto inizia in modo un po’ lento, verso la fine degli anni ‘50 e i primi anni ‘60. Quando il primo albo uscì nel 1961, dopo essere stato pubblicato periodicamente nella rivista Pilote, solo 6.000 copie furono stampate. Già dopo l’anno della pubblicazione di ”Asterix e il falcetto d’oro” [il secondo albo, N.d.R.], il numero delle copie raggiunse le 20.000. Il grande salto avvenne nel 1965, quando i galli visitarono l’Egitto e aiutarono Cleopatra, dal bel nasino [quasi per caso, è questa l’unica volta in cui Obelix, da grande, berrà qualche goccia di pozione magica, se si esclude il volume “La galera di Obelix“ scritto e disegnato da Uderzo, N.d.R.]. Dopo questa avventura, il numero delle copie superò sempre il milione. Asterix divenne il fumetto più venduto di sempre in Francia. In prospettiva, diciamo che Asterix vendette circa 22 milioni di copie negli anni compresi fra il 1961 e il 1974, quasi lo stesso risultato raggiunto dai 22 albi di Tintin messi assieme fra il 1946 e il 1972.

Asterix fu tradotto in moltissime lingue (pare più di 100, fra lingue e dialetti). Un caso particolare fu la vicenda di Asterix pubblicata in Germania. L’avventura ”Asterix e i Goti” (1963) presenta in qualche modo una caricatura di un paese guerrafondaio, sulla falsa riga della Prussia del secolo scorso, con un macabro gusto per la tortura e l’intrigo. La serie fu pubblicata in Germania dal grande editore Kauka negli anni ‘60. La traduzione che fu fatta al tempo rese la storia una sorta di crociata anti-comunista contro la Germania dell’Est, la DDR dietro l’allora muro di Berlino. Goscinny, una volta venutone a conoscenza, vietò che continuassero la pubblicazione degli albi dopo pochi numeri.

Forse questo mostra esattamente cosa Asterix sia in realtà, e che non tutto quello che contiene viene sempre e comunque apprezzato fuori dalla Francia. Sembra che Asterix sia inizialmente un fumetto francese, secondariamente un fumetto europeo, in quanto non è mai stato accettato nella patria dei fumetti americana, dove si è provato ad introdurlo in diverse ondate. ”The world encyclopedia of Comics”, di Maurice Horn sottolinea che: ”Ci sono poche buone cose in Asterix (l‘intelligente uso dei balloons, il disegno chiaro e preciso, e alcune situazioni genuinamente simpatiche), ma la storia di base è alquanto annoiante e la corrente senza fine di Goscinny di punizioni e lati sciovinisti, rende questo fumetto abbastanza discutibile e poco godibile”.

RAZZISMO

Nonostante i meravigliosi disegni di Uderzo e il suo indiscutibile successo commerciale, questo fumetto fu sottoposto a critiche anche in Francia. Sotto la semplice superficie del protagonista, alcuni dicono di vedere Asterix, e quindi Goscinny, e in ultimo Uderzo, come un nazionalista, razzista e membro del ”partito progressista” (simile alle politiche del francese Le Pen, di idee di destra), che odia le donne ed è esponente dell’imperialismo di De Gaulle.

Sembra che Cesare sia l’esponente di De Gaulle, mentre il più grande razzista nel piccolo villaggio è Matusalemix. Ma è visto più come un classico conservatore europeo che come un razzista. Non ama nessuno che non sia del suo villaggio, e lo esplica in questi toni: ”Mi conosci, non ho nulla contro gli stranieri. Alcuni dei miei migliori amici sono stranieri, ma questi particolari stranieri non sono del villaggio!” [“Asterix e il regalo di Cesare“, N.d.R.]. Il nazionalismo più sciovinistico in Asterix è incarnato da Obelix, il personaggio con il più basso QI, il quale costantemente esclama che Romani, Britanni, Goti ed Egiziani sono pazzi: lui è l’unica persona che non sia pazza. Altre nazioni hanno il loro proprio misto di egotismo e amore per la patria, come quando gli Iberici sostengono che i Romani (che li hanno sconfitti), stanno meglio a casa loro che in Spagna...

SCIOVINISMO MASCHILE

Lo sciovinismo maschile è un tema difficile, non solo in Asterix, ma nella maggioranza dei fumetti. Anche in Tintin le donne sono praticamente assenti. [Si consideri anche il periodo storico e la situazione culturale dei primi anni ´60, in cui il fumetto era comunque qualcosa per piccoli e ristretto a pochi paesi ed esperienze, N.d.R.] Un caso particolare potrebbe essere Assurancetourix, me egli, diversamente da Asterix, non si lamenta di essere single [Onestamente non capisco questa asserzione. Non mi risulta che Assurancetourix si sia mai lamentato della sua condizione, N.d.R.]. Ci possono essere due motivi per questo, o perché nessuna donna può vivere con lui a causa delle sue canzoni, o perché ”tutti” sanno che le sue preferenze sessuali non permettono il matrimonio!

Nelle prime storie di Asterix, le donne sono completamente assenti, in qualche modo fino alla storia con Cleopatra, che però è da vedersi come l’eccezione che conferma la regola. Cominciando dall’albo numero 15, ”Asterix e la zizzania” (1970), iniziamo a vedere i primi protagonisti femminili, per esempio con l’apparizione della signora Matusalemix, la sexy bomba del villaggio. E in ”Asterix e il regalo di Cesare” (1974) le donne partecipano attivamente per la prima volta al banchetto conclusivo [e non solo a quello! N.d.R.]. Le storie successive, senza dubbio, beneficiano di questi passi, ma quando Uderzo, una volta rimasto solo, prova ad ironizzare questa evoluzione nella società, tutto va storto. Nell’albo ”Asterix, la rosa e il gladio”, i clichés sul comportamento femminile sono tutti presenti e stereotipati, portando diversi critici a demolire l’albo di Uderzo. Lo stesso Uderzo si difende in un’intervista all’inglese The Guardian: ”E’ possibile che sembri un vecchio reazionario, ma volevo imbarazzare Asterix usando femministe. Non è abituato alle donne, soprattutto non a donne con forti personalità ”.

E’ possibile che le donne abbiano avuto un posto più equo e prominente nella vecchia società Gallica, sedute nei consigli e forse pure ingaggiando battaglie. Asterix è, dopotutto, pura satira storica, e non è infrequente che donne stiano a casa anche oggi. Sono i nostri moderni pregiudizi di cui Asterix fa la parodia, ma per lo più in modo innocuo. Uderzo purtroppo mostra i suoi pregiudizi in questo albo. Raramente un personaggio femminile come la femminista parigina Maestria è stata ritratta in modo così odioso all’inizio, ed è poi stata completamente rovesciata di 180 gradi, facendola partecipare al festino finale (con le altre donne del villaggio presenti per caso). Maestria avrebbe dovuto essere la caricatura della rude Edith Cresson, primo ministro francese.

USO DEI SIMBOLI

Sembra strano che Asterix sia diventato così popolare e che possa essere tranquillamente letto al di fuori della Francia. E’ talmente infarcito di riferimenti alla storia francese e alla società francese moderna. Quasi tutti i personaggi ”spalla” presenti nel fumetto sono caricature di personalità francesi attuali. Ma, anche se non si parla francese, o senza una buona conoscenza della società francese, si possono decifrare i simboli ed i caratteri, in entrambi testo ed immagini, che non sono tutti specifici della Francia.

In ”Asterix e i Britanni”, la maggior parte del divertimento si basa sulla presa in giro degli inglesi. Il capo bretone Zebigbos [“The big boss“, si noti che i francesi, almeno quelli che non conoscono bene la pronuncia inglese, pronunciano il suono ´th´ come una via di mezzo tra la s e la z dolce, N.d.R.] non vi ricorda Winston Churchill? E quando i nostri amici, a Londra, vedono la prima pop band della storia (i Beatles), non si tratta solo di un rimando all’anno di pubblicazione, il 1966. Nell’ ”Odissea di Asterix” (1981), Cesare manda in giro la migliore spia di tutti i tempi per stare dietro ai nostri amici. Cosa di più ovvio ci può essere se non ritrarre la spia come James Bond nelle fattezze di Sean Connery? E quando i nostri amici visitano il Belgio, la patria del fumetto moderno, cosa c‘è di più ovvio che rendere omaggio al più grande autore di fumetti e artista belga, Hergé, facendo i Dupond e Dupont messaggeri di Cesare ai Galli, completi delle caratteristiche bolle [vedi ”Tintin dans le pays de l‘or noir”, N.d.R.]. Bisogna però dire che precedentemente Hergé aveva a sua volta citato Asterix in un suo fumetto, perché colloca nella folla partecipante al carnevale di Tapiocapolis un uomo vestito come l‘invincibile gallo, ed è da pensare che Goscinny e Uderzo abbiano voluto contraccambiare con questa citazione]? E la moglie del vecchio Matusalemix, la sexy bomba, non è forse una leggera parodia di Brigitte Bardot?

Che una persona sia qualcun altro, è un gioco piuttosto ben conosciuto nei fumetti moderni. Lucky Luke è circondato da queste persone, e difficilmente ci sono fumetti italiani dove non si possa vedere Corto Maltese. L‘esattore delle tasse romane, in ”Asterix e il paiolo” (1969), è un ritratto senza pietà dell’uomo politico di destra Giscard d’Estaing, e in ”Asterix e la Obelix S.p.A.” (1976), l’entusiasta economista romano non è altri che il leader gaullista Jacques Chirac.

ALLEGORIA

Più elevate sono le parodie allegoriche, e parecchie persone, sia economisti, che marxisti e scienziati politici possono essere riconosciuti nella storia ”Asterix e la Obelix S.p.A.”, che è un ottimo compendio di come l’economia e la logica di mercato domini la società moderna. Dopo che i menhir diventano un bene sempre più artificialmente imposto, i mercanti di menhir romani provano a bloccare l’importazione di tali beni chiudendo le strade romane con menhir. ”Da quando i romani hanno iniziato a fare menhir?”, domanda Cesare in preda alla disperazione. ”Da quando i romani hanno iniziato a comprarli”, risponde un mercante di menhir romano.

Che questo episodio abbia la sua controparte nella vita reale, nella disputa fra Francia e Italia per l’importazione dei vini, non è un requisito importante per la nostra storia, ma la fa rendere più plausibile. In qualche modo negli anni ‘70 i produttori di vino francesi fermarono tutti i guidatori sulle autostrade e costrinsero tutte le persone a bere vino francese prima di andare avanti. Solo per provare che il vino francese era di gran lunga superiore [secondo loro! N.d.R.] del meno caro vino italiano importato. Talvolta la realtà è irreale come un fumetto!

I DISEGNI

Si potrebbe andare avanti ad enumerare i codici concreti, ma Asterix non è solo un peccato di omissione per la cultura umana. Una persona che abbia la propria testa sopra il pelo dell’acqua, vede solo la punta dell’iceberg [si vede che l’autore del pezzo è scandinavo… ^___^ N.d.R.]. La profondità e l’altezza di contenuti in Asterix, senza menzionare la mirabile arte, che permette al fumetto di raggiungere grandi e piccini, gente con titoli di studio e non, e la differenza nel divertimento che si può provare nel leggere le avventure del piccolo gallo, sono discussioni puramente accademiche. La prima cosa che colpisce il lettore è il disegno. Le sue irreali caricature con grandi nasi e caviglie sottilissime, ma anche una linea decisamente chiara e precisa.

I personaggi non esistono solo in un universo semistorico, ma anche dentro le cornici del fumetto, con tutti i dettagli, l’amore e i colori caldi (fatti da altri, e non da Uderzo, che è praticamente cieco per i colori!).

Ogni disegno è un esempio di una solida conoscenza di base delle tecniche di disegno e di un artista che non ha fretta. Uderzo riesce a portare ogni riquadro al suo massimo effetto comico.

Se lo scopo di Uderzo nella presentazione delle situazioni comiche, qualche volta satirica, qualche altra volta parossistica, è eccellente, egli è anche un maestro dei disegni su larga scala, di scene di città o villaggi in dettaglio. I suoi disegni precisi dell’architettura antica sono impressionanti, non sono mere decorazioni, ma rendono il fumetto migliore, sotto una prospettiva di panoramica, di grande schermo.

Uderzo è quella persona che da ai nostri giorni l’idea di come era la vita nel tempo antico, un’idea troppo carina, forse, ma che nonostante tutto influenza la nostra visione delle antiche Parigi e Roma, della tipica banca, villa e casa. Ma non tutti i panorami disegnati sono generati dalla mente di Uderzo. Nella storia dove i nostri eroi vanno in India su un tappeto volante, fanno un volo sopra l‘Acropoli. Il disegno dell’Acropoli fu copiato da un libro di architettura, ma questo non rende Uderzo meno abile, solo più umano. In altri esempi, abbandona il rilassante scenario della commedia in favore di un tono più serio, come le oscure ombre degli interni in ”Asterix in Corsica”, le orgie romane, e le bevande assassine nell’avventura nelle Alpi [”Asterix e gli Elvezi”, N.d.R.]. Per citare un personaggio minore dello stesso albo: ”Un orgia fatta da soli non è neanche divertente” (p. 18).

I ROMANI

Molti hanno pensato a cosa significhino i romani, e quindi Asterix come opera. E’ solo un fumetto violento, o è la violenza solo uno sport di parodia, un rito necessario per far andare avanti la storia? Sono i Galli e i romani solo un’allegoria della seconda guerra mondiale, i romani come i nazisti, e i galli come le resistenza francese?

Un’altra teoria mette i romani nel ruolo del governo centrale della Francia di oggi, e i galli nel ruolo delle regioni più autonomiste, più specificamente la resistenza culturale bretone. Questo renderebbe i romani simili a NOI, tecnologici, una moderna società in progressivo sviluppo, e il piccolo villaggio, circondato da nemici, è lo status quo, il sogno del passato e la speranza che le cose restino per sempre come sono ora.

Una ragione importante del successo europeo di Asterix è la loro frequente visita ai vicini europei. Asterix ha insegnato agli Iberici a combattere con un uro selvaggio, agli svizzeri a scalare le montagne, ai francesi a seguire il percorso del Tour de France, ha preso parte ai giochi olimpici in Grecia, ha causato la guerra civile in Germania, ha sconfitto Roma un paio di volte, e ha anche scoperto l’America prima di Leif Eriksson (e quindi di Cristoforo Colombo).

ASTERIX E’ MORTO?

Negli anni successivi alla morte di Goscinny, Uderzo è riuscito a mantenere vivo Asterix, nonostante la popolare incomprensione che Asterix sia il figlio di Goscinny. Non tutti i libri di Uderzo sono ai livelli dei precedenti, ma il suo meglio può essere comunque comparato con il meglio della produzione di coppia, come ”Il figlio di Asterix” (1986) e ”L’odissea di Asterix” (1981). Nell’ultimo, l’artista onora il suo vecchio compagno e amico dando le sue sembianze all’amichevole ebreo Saul che è appunto uno scriba [“L’odissea di Asterix”, N.d.R.].

Negli ultimi anni Uderzo ha avuto dei problemi alla schiena, e ha chiesto a suo figlio di aiutarlo con i disegni, ma i contrasti avuti con l’editore Dargaud rendono le cose più difficili e meno chiare. Indipendentemente da tutto questo, i quasi 30 libri pubblicati sono più che sufficienti per assicurare ad Asterix un posto d’onore nella storia del fumetto. Ben fatto!

Commento: L‘articolo è decisamente preciso, corretto e mi trova d‘accordo in tutto, tranne quando sostiene la possibilità di comparare alcuni albi di Uderzo con quelli precedenti descritti scritti da Goscinny. Il tratto e il disegno sono indubbiamente ottimi, ma trame e giochi di parole non reggono il confronto, e viene meno l‘aspetto culturale, intelligente, vero marchio di fabbrica delle trame di Goscinny.

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