Asterix di René Goscinny e Albert Uderzo


Intervista a Pierre Tchernia

Goscinny e Uderzo sono dei benefattori della Gallia. Una volta le cosiddette storielle galliche erano barzellette oscene che si raccontavano di sera, dopo che i bambini erano andati a nanna. Con l’arrivo di Asterix l’espressione ha perso la vecchia connotazione equivoca e le storielle galliche hanno riempito pagine e pagine di sano umorismo. Così i nostri due amici, regalando una nuova giovinezza agli antenati galli, sono diventati un po’ come i padri dei nostri padri.

Io che vi parlo, o meglio che vi scrivo, ricordo benissimo gli anni Sessanta. Prima della prodigiosa ascesa della tribù che risale agli anni ‘65-’66, i lettori di Pilote tenevano molto a diffondere Asterix presso gli amici: si prestavano i primi albi, e se offrivano da bere ad un compagno, dicevano: “Un po’ di pozione magica?” E l’altro rispondeva: “Signorsix!”

Verso il 1962 o 1963 ho avuto il grande piacere di conoscere Albert e René, e poco dopo la grande gioia di collaborare ai loro disegni animati; ma la vera felicità l’ho raggiunta quando Uderzo mi fece la caricatura dando il mio volto ad un suo personaggio.

Iniziai la mia carriera di personaggio del fumetto in “Asterix il legionario”, nel quale facevo parte dello Stato Maggiore di Cesare. Tanta felicità, devo confessare, fu di breve durata: con mia grande meraviglia e un pizzico di rammarico scoprii con “Asterix in Corsica” che ero stato declassato a centurione. Mi ricordo poi il giorno in cui pestai violentemente i piedi sulla mia copia di “Asterix e il regalo di Cesare” scoprendo di essere diventato una semplice sentinella. La mia degradazione militare è continuata con “Asterix e la Obelix S.p.A.”, in una vignetta del quale Goscinny e Uderzo stessi mi portano fuori in barella. Ormai sono ridotto a sbirciare in ogni albo fresco di stampa con il terrore di scoprire una nuova tappa della mia decadenza... Quo non descendam?

Intervista tratta dall’albo gigante che celebra il trentacinquesimo anniversario di Asterix, pubblicato in Italia nel gennaio 1996, per i tipi della Arnoldo Mondadori, dalle edizioni Les Editions Albert René, Goscinny-Uderzo, Traduzione di Alba Avesini, Lettering di Giorgio Vaccaro.

Commento: Ho deciso di inserire anche questa breve intervista perché riflette e racconta bene della cultura e società francese nei primi anni ’60, quando Asterix si avviava verso la strada del successo mondiale. Inoltre Pierre Tchernia è sempre stato molto vicino ad entrambi gli autori, quindi in un certo senso ha visto crescere il personaggio.

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