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The Sandman, Master of Dreams

Innanzitutto una premessa: devo ringraziare parecchie persone, che mi hanno fornito, più o meno consciamente, il materiale necessario per questa recensione. Mi sono basato su appunti, discorsi e dati apparsi in diversi siti dedicati a Sandman o Neil Gaiman che ho cercato di riportare dove possibile come fonte della citazione, in genere dove non specificato su alcuni libri a lui dedicati ("Sandman's Comopanion" di Hy Bender e "Hanging Out with the Dream King, Interviews with Neil Gaiman and His Collaborators" di Joe McCabe e Sophia Quach), nonchè ai newsgroup: alt.fan.neil-gaiman e IAF.

Grazie a tutti voi.

Molte parti di questa scheda, soprattutto le interviste, sono in lingua originale e non le ho tradotte. Sicuramente per mancanza di tempo, ma anche perchè il mio inglese non è (purtroppo) a livelli così eccelsi da rendere onore alla varietà e capacità linguistica di Gaiman.
Ad ogni modo così come la lettura del fumetto in originale non è difficile come si può ritenere, anche le interviste dovrebbero essere sufficentemente comprensibili... provare per credere!


The SANDMAN, Master of Dreams
creato da Neil Gaiman, Sam Kieth e Mike Dringenberg

Fumetto pubblicato negli USA dalla DC Comics, linea VERTIGO, a partire dal dicembre 1989, mensilmente, a colori. La serie si è conclusa nel maggio 1996 con il numero 75 comprendendo singole storie per albo o cicli narrativi interni di più numeri. La serie è stata pubblicata su comic book (albi spillati formato 17x26 cm, 32 pagine) e in seguito raccolta in 10 volumi, sia brossurati che cartonati, più due volumi speciali. E' in corso di pubblicazione una edizione Absolute, in quattro volumi.

Informazioni sull'edizione italiana

Più volte è emerso il problema dell'ordine da seguire nella lettura dei volumi, in quanto magari ci si ritrova fra le mani, perchè prestato o trovato in fumetteria, un volume di Sandman che non sia necessariamente il primo, ma non si sa se iniziarlo a leggere od aspettare di avere i primi numeri, o cosa. In linea di massima, io consiglio di iniziare con il primo ciclo (Preludi e Notturni), pubblicato in Italia in varie edizioni e momenti dalla Comic Art e più recentemente in volume unico dalla Magic Press (anche se il fatto di non averlo letto non preclude la comprensione dei cicli successivi), per poi continuare anche in ordine sparso con gli altri volumi; tenete presente che sicuramente gli ultimi due libri, Le Eumenidi e La Veglia, e prima di questi forse anche Vite Brevi e La Locanda alla Fine dei Mondi sono da leggersi in successione e alla fine dell'opera, altrimenti probabilmente *rovinano* la lettura dei volumi precedenti non ancora letti.
E questo è più o meno quello che sottolinea anche lo stesso Gaiman dal suo blog, alla domanda di un lettore: "Voglio leggere Le Eumenidi, ma non ho ancora letto i volumi precedenti. Se leggo Le Eumenidi come primo libro, sarò in grado di capire la storia senza sapere cosa sia successo nei volumi dall'1 all'8?" rispose: "Potresti essere in grado di capirla, ma non sarebbe la stessa cosa se tu avessi letto i precedenti 8 volumi. Consiglio fortemente di leggere Le Eumenidi e La Veglia alla fine, ma puoi leggere gli altri in ordine sparso se preferisci."

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Il personaggio

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Neil Gaiman prende lo spunto per questo personaggio probabilmente dai racconti di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann sul personaggio "Der Sandmann", che si incontra in diverse leggende popolari in Germania, Francia e Inghilterra mentre sembra che nell'Italia meridionale sia conosciuta una storia simile relativa al "Mago Sabbiolino": dice la leggenda che di notte Sandman (l'uomo della sabbia) passa e fa sognare le persone spargendo della sabbia magica sugli occhi... e quando ci si sveglia, le crosticine attorno agli occhi sono i resti della sabbia magica. Gaiman ovviamente amplia questa prima idea di mito popolare fondendola con il nome di un personaggio già presente nell'Universo DC, inserendo nel contempo una intera famiglia di entità, preposte a sorvegliare e controllare alcuni concetti, sentimenti, aspetti e passioni della nostra vita. Tali entità sono per loro stessa natura infinite, eterne: sono gli Endless. Sandman fa parte di questa famiglia, composta da sette personaggi, fra fratelli e sorelle. La storia del fumetto si focalizza su colui che controlla l'influenza dei nostri sogni. Sandman è il protagonista della serie omonima, ma non sono rare le storie in cui egli fa poco più di una comparsa ("Façade", "Sogno di mille gatti", Il Gioco della Vita e alcune storie nel ciclo La locanda alla fine dei mondi). Il Signore dei Sogni (un altro dei molteplici nomi con cui le varie mitologie e culture hanno chiamato questa entità, quali Dream, Morpheus, The Shaper of Form, Oneiromancer, Onieros, Dreamlord, Dreamking, Lordshaper, Dreamweaver, KaìcKul, The Prince of Stories...) è incaricato di sorvegliare ed amministrare il Reame dei Sogni (The Dreaming).
Tutti i nomi con cui Morfeo è riconosciuto rappresentano semplicemente una minima sfaccettatura del suo essere, poiché in realtà egli non ha un nome. Infatti qualsiasi nome possibile per un dio del sogno si applica a Morfeo ma nessuno di questi è veramente il suo nome. Anche Sogno non è un nome ma una funzione, una parola che descrive le sue aree di responsabilità. In effetti nessuno degli Endless ha dei veri nomi, ma solo funzioni.

La sua responsabilità è di vedere oltre le funzioni del Sogno nelle vite umane e in tutta la vita dell'intero universo fino a noi stessi. Egli è in grado di creare i nostri incubi, le nostre fantasie, la nostra pace nel mondo del sonno. Nel suo reame ci sono i fiabeschi "Fiddlers Green" (Il paradiso dei marinai), che Marco Polo cita come il luogo dove vanno a morire i marinai, troviamo le figure bibliche di Eva, Caino ed Abele, che vivono e lavorano per il Principe delle Storie, così come il corvo Matthew, il bibliotecario Lucien, il capo-maestranze Merv.
All'apparenza egli è magro, pallido e scarno, con occhi e capelli scurissimi. Nel suo regno egli è spesso vestito con una tunica nera e lunga, oppure con jeans blu scuro e una maglietta nera. Parla senza mezzi termini e non mostra nulla di ciò che prova se questo non è strettamente necessario per gli altri; è per natura serio ed esprime sempre la necessità di responsabilità nella sua esistenza. Morfeo cerca compagnie, ma non ne trova alcuna che duri o che si mantenga in buoni rapporti a lungo. Sa che lui non può stare con i mortali, ma sembra che abbia il bisogno di condividere con altri quello che lui è. La sua reale natura ed identità resta misteriosa per coloro che lo incontrano; come detto, ha pochi amici. Le persone che lo servono nel mondo dei sogni sono suoi compagni, così come i suoi pensieri. Ritiene di essere per gli umani più spaventevole di sua sorella Morte.

manga_endless.jpg (6415 byte)Morfeo fa parte di una famiglia (gli Endless, cioè Eterni, o Infiniti), che si compone di diversi fratelli e sorelle. Nel probabile ordine di "apparizione" cronologica nel tempo (quindi non seguendo la loro apparizione nel ciclo narrativo), essi sono: Destino (Destiny), nato appena prima che il primo essere vivente venisse al mondo, in quanto il destino di un uomo è già scritto prima che egli nasca; alla comparsa del primo essere vivente nasce anche Morte (Death). L'uomo appena nato inizia a sognare, ed ecco Sogno (Dream), ma il sogno provoca cambiamento, per cui Distruzione (Destruction) di ciò che era prima, che si manifesta in Desiderio (Desire), e quindi Disperazione (Despair) per non poter avere la cosa voluta, ed infine Delirio (Delirium), che una volta era Delizia, o Piacere. Desiderio e Disperazione sono gemelle.
E' interessante notare il rapporto fra Distruzione e Delizia/Delirio. La distruzione è il prodotto del cambiamento, che ha portato Delizia attraverso la distruzione della sua vecchia identità e nella creazione di una nuova, Delirio appunto. Distruzione inoltre, come viene narrato nel fumetto, prova a diventare un'artista. Nonostante la sua arte sia imperfetta, egli è rinvigorito dalla libertà di creare un po' proprio come Gaiman e altri artisti di fumetti sono stati liberati grazie alla Vertigo del Comics Code Authority.

Il ciclo di Sandman si apre con l'imprigionamento del Signore dei Sogni l'11 giugno del 1916 a causa di un mago, Roderick Burgess, capo di una setta occulta, che pensava di rinchiudere invece sua sorella Morte (per stessa amissione di Neil, la figura di Burgess non deriva dal famoso occultista inglese Aleister Crowley). Qualcosa non è andato per il verso giusto e chi ci ha rimesso è Sandman. Egli resta imprigionato per quasi un secolo, fino al 14 settembre 1988, e solo grazie ad una distrazione dei suoi carcerieri riesce a fuggire. Purtroppo il suo reame, durante la sua assenza, è stato devastato, gli incubi si sono liberati, alcune persone si sono addormentate per non svegliarsi più e come se non bastasse durante la sua cattività gli sono stati sottratti i suoi strumenti di potere: un rubino, un sacchetto di sabbia magica, e il suo elmo. Sandman quindi, indebolito e quasi senza poteri, comincia la ricerca dei suoi simboli del potere, che lo porterà all'Inferno, ad Arkham Asylum e in contatto con John Constantine (Hellblazer), un'altra ben nota conoscenza dei lettori della DC VERTIGO.

Da qui inizia il ciclo della serie di Sandman e mano a mano vengono introdotti personaggi, situazioni e complicazioni che troveranno una soluzione (?) solo nell'ultimo ciclo della serie: La Veglia.

La prima notizia di Sandman in ambito fumettistico è però molto più lontana. Si parte dalla Golden Age della DC, negli anni 30/40, in cui una persona vestita in abiti civili, Wesley Dodds, con un lungo impermeabile, portava un maschera antigas e un cappello; questo personaggio e' stato ripreso da Matt Wagner nella serie VERTIGO Sandman Mystery Theatre. E' uscito (anche in Italia) un "cross-over" tra il Sandman gaimaniano e quello wagneriano: s'intitola Sandman Midnight Theatre.

Successivamente, durante la Silver Age, Kirby disegnò un nuovo Sandman, che rispondeva al nome di Hector Hall, con un costume rosso e giallo e un clessidrone disegnato in mezzo al petto. In realtà questo Sandman prendeva le mosse da un terzo Sandman, Dr. Garret Sanford, che si inseriva fra Dodds e Hall.

Gaiman stesso iniziò a lavorare con l'impressione che la serie avrebbe avuto un successo minimo, con scarsi successi di vendita e che quindi sarebbe stata presto cancellata dopo il primo anno di pubblicazione. La stessa Karen Berger ricorda: "Nessuno di noi sapeva allora che il fumetto sarebbe diventato quello che sarebbe diventato". Credo che siamo tutti felici di aver contribuito a smentire quelle false previsioni!

A questo proposito così rievoca Gaiman quel particolare momento, così importante per le sue scelte, proprio grazie alle decisioni prese.

"All that I hoped for," says Gaiman, "the biggest thing that I actually hoped for, was to become a mild critical success [with The Sandman]. Bear in mind that this is 1987, when a critical success and a commercial failure were synonymous. I had sort of planned this huge, arching epic, but what I also expected was that we would be canceled right off. Back then it was sort of a point of honor to go on with a comic book for a year -- not any more than that -- and so I figured round about issue eight they would phone me up and say, "Well, nobody's actually buying it. Can you wrap it up now and we'll go to issue 12?' I figured that I'd plan the first storyline to take me eight episodes and then I'll do four short stories or whatever."
"When I reached issue 8, however, Sandman was selling better than any horror cornic since the 1970s. At that point, instead of being a Columbus with somewhat vague ideas about a new land, I was able to take a close look at what I was trying to do and make very specific plans. By issue 10, I knew in great detail where I was going and how I was going to get there, altough the journey took about twice as long as I'd expected. I'd I originally planned the series to last far about forty issues, and it ran far seventy-five or seventy-six, counting The Sandman Special."
"I had free rein," says Gaiman, "because nobody knew what I was doing. And that made free rein very easy. Nobody had ever done anything like this before. At a time of gimmicks and alternate covers and whatnot, we just didn't do that. What got weird was that during the course of Sandman, the comics industry collapsed. We were selling 100,000 copies a month and we were down at number 70 or so, and the bestselling comic was selling in the millions. And then the bottom fell out of the industry and all of the sudden there we are still doing our 100,000 copies and we're now at number 25. And by the end of it, we were still doing 100,000 and we were at number one. We were beating Batman and Superman. And that was because we had readers. They weren't interested in gimmick covers and whatnot, they wanted to find out what happened next in the story. And that was the joy for me.
"The other thing that is completely unprecedented," adds Gaiman, "is the fact that we're still in print. If you had told me back in January of 1989 when we began that 10 years on the entire storyline would still be in print, I would have laughed at you. The whole point of comics was that it was a transient medium: It was disposable. You do things and you throw them away."
"It's all storytelling," he allows, "and that, for me, has always been what's important. I've never thought of myself as a "novelist' or a "comics writer' or a "film writer' or a "television writer' or a "poet.' I'm a storyteller.
Dream by Neil"The trouble," he notes, "is that you have a weird kind of irony currently going on which is that fantasy really ought to be the dream. Fantasy ought to be the magic, the fantasists ought to be the people who are going out there and dreaming the dreams and creating the myths. That is what we should be doing. When we're doing well, we are creating new little myths, saying things in ways that haven't been said before. Nobody who's ever read Shirley Jackson's story The Lottery will ever be able to forget it. It's part of your head, it's part of who you are once you've read it. That's important. The problem, as I see it, is that what should be the single most imaginative and most boundary-less form of literature has tended to become one of the most predictable. Fantasy novels are now pretty much as predictable as a pornographic movie. You know more or less what's going to happen where and to whom and with what. And I think it's really sad that what should be a celebration of the boundless imagination has tended by sort of being driven by market forces to become a bad clonal echo of Lord of the Rings. You're getting books these days which are not even bad rip-offs of Lord of the Rings, they're bad rip-offs of bad rip-offs of bad rip-offs of Lord of the Rings. It's like photocopying an image over and over and over: Eventually you just wind up with a gray sheet of paper. There's a lot of books out there that come out with the word "fantasy' on them that are really just gray sheets of paper.
"I think it is unfortunate but true," he continues, "that much fantasy has taken the place of much science fiction because as we head into the millennium, science fiction is not so much the comfortable, escapist place to be anymore. The sci-fi that is popular tends to be stuff like Star Wars, which, frankly, is fantasy to begin with. There's no attempt right now to say, "This is what life is going to be like in 20, 30 years, look how great it's going to be.' There's a nervousness lurking out there. Whether Y2K actually brings anything with it or not, I think it's significant that most of America is anticipating the point where the odometer of time rolls over not with an excitation but with a certain amount of dread. We're hoping that there isn't a disaster. And in that world, fantasy becomes more welcoming, it becomes a place that is safer."

(Tratto da un'intervista con Marc Savior rilasciata all'AUSTIN CHRONICLE nel 1999)

E ancora, altri ricordi di Gaiman al riguardo.

There is a joy to not knowing what you're doing, and being allowed to create something while you don't know what you're doing. Which is something that I kind of miss these days. I miss that freedom. The joy of Sandman was the freedom to fail. Nobody expected it to be successful, nobody expected it to last, nobody expected it to anything. Simply remaining in print and not being cancelled was such a huge success. We were just this odd little book these guys were doing that wasn't like anything else. I kept expecting that phone call from Karen saying, "You know, we just really aren't selling enough." [Laughs.] Then I would have said, "Oh, okay," and gone back to journalism or whatever. The one thing that I still look back at those early Sandmans and see - and it lasts through to about the middle of Brief Lives, when suddenly the world noticed that we were doing this thing - is not only the freedom to fail, but the freedom to do what people probably wouldn't like. To me the perfect Sandman moment was when I finished the first storyline. I had Season of Mists in my head at that point, and it was quite obvious from having finished the first Sandman storyline that the story that everybody loved the most was the Hell one ["A Hope in Hell," issue 4]. The thing that everybody wanted to see was the big Lucifer rematch, and stuff like that. I had a whole story in my head. As far as I was concerned there were two things I could do: I could either do this thing that I thought might be called The Dolls House, which, basically, the Sandman would barely be in, and it certainly wouldn't be particularly user-friendly, and I'd have old African folk tales, the serial­killers convention, and a weird historical thing going on. Or I could do this thing that thought would probably be called Season of Mists or Suppose They Gave an Inferno and Nobody Came. I could do that thing, and everybody would love it. The decision to go off and do the one that probably people wouldn't like, and to put off the one that everybody would love until the end of year two, for me, was the most important thing in Sandman, and sort of signaled what we were trying to do. And the terms in which we were trying to do it.

The thing that Karen really did with Sandman was just believe in what we were doing, which sounds like such a cliché, but what we were doing in Sandman... It's very weird these days. We're now in 2004 - it's been seventeen years since I started writing Sandman (which makes me feel old). I know I said this during this interview, but people forget how unlikely... People forget how different what we were doing was, because lots and lots of things have come along since then. It's not even that they've borrowed anything from us. It's more as if we went into the forest and we bulldozed a whole area where nobody had ever been before, then lots of people would come along and go, "Oh, cool, you can build in this area of the forest." The one that I still cite was the biggest fight that Dave McKean and I had with Karen. When we won it, we could have won everything. Because she, at that point, understood it and was completely willing to go with it: which was just the idea that [Morpheus] wouldn't be on every cover. Because Dave had done some Swamp Thing covers, and he had to draw Swamp Thing on the cover of every issue. And then Dave did all of the first twenty or thirty Hellblazer covers, and he had to draw John Constantine on every issue so people knew it was a John Constantine comic. With Sandman, we got to say, "Now, the first thing is, he’ll be on the cover of number 1. He may be on a few covers from time to time after that. But he won't be on every cover." And Karen was sort of like, "Well, how will people know?" We said, "Well, it will say 'Sandman' in big letters at the top." That was the biggest battle, that was the battle, really. And when she said, "Yes," on that, it was like she got it. And, from that point on, mostly what she did was keep everything working for us within DC. She was our ambassador. She was our representative.

Il commento

Credo che siano stati usati i proverbiali fiumi di inchiostro, anche elettronico, per cercare di descrivere l'opera, i suoi impatti e le valenze. Onestamente non me la sento di fare un'analisi altrettanto dettagliata, per cui mi limiterò a riportare alcune considerazioni, magari semplici e banali, lasciando a voi il divertimento di ragionarci da soli e di trarne ulteriori conclusioni, magari riportandole su IAF. Vi basti sapere che personaggi del calibro di Stephen King, Clive Barker, Tori Amos e i Metallica (per citarne alcuni) sono stati influenzati da questo fumetto, i quali hanno dedicato canzoni al personaggio, o prestato la propria verve narrativa per scrivere la prefazione di alcuni volumi, che raccolgono ad uno ad uno i cicli completi della saga. sandman schizzo Innanzitutto non credo che si debba equivocare su cosa rappresenti Morpheus: nonostante il nome, non è assolutamente la personificazione dei sogni che facciamo la notte: è la personificazione della capacità di percepire quello che non esiste. E come tale rappresenta sì i sogni, ma anche l'immaginazione, l'arte, la capacità di ipotizzare un' "altra" esistenza, l'esistenza di alternative, il concetto che non è detto che tutto quello che e' dovrebbe essere.

Sandman è un libro contemplativo e inebriante allo stesso tempo. Il personaggio principale abbiamo visto che è Morfeo, signore di tutte le fantasie e di qualsiasi immaginazione. Nelle sue storie, che vanno dal fantastico all'orrorifico, Sandman è qualche volta un personaggio di secondo piano, nelle retrovie dell'azione e i suoi poteri forgiano solo la scena su cui si muovono gli umani, i veri attori della storia.
Come dice lo stesso Gaiman: "Una storia è qualcosa che fa girare le pagine al lettore il quale riprende in mano la storia quando l’ha finita e non si sente tradito". Sono d'accordo con lui che questa è l'unica regola critica per una storia (o comunque una delle poche); altrimenti va bene qualsiasi cosa.

Sandman ha avuto successo, in parte, senza dubbio perchè si propone ad un pubblico di fumetti non tradizionale; l'attenzione posta da Gaiman sul mito e sulla storia, nonchè sui molteplici aspetti dell'antropologia e delle culture, va contro la corrente principale del fumetto americano dell'epoca, inteso in senso popolare. Molte persone, alle comic conventions, sostengono di comprare e leggere solo Sandman, e alcune addirittura non lo riconoscono come fumetto, semplicemente perchè è... altro.
Ricorda Gaiman: "Volevo una serie che fosse abbastanza simile ai fumetti di super eroi per invogliare le persone che amavano i super eroi a leggerla. E volevo che fosse abbastanza simile ad un fumetto horror per permettermi di scrivere quel genere di storie fantastiche che ero interessato a scrivere."
"Questo genere di storie mi interessava perché in quel periodo Superman aveva appena avuto una riduzione dei suoi poteri, e si pensava che un protagonista che fosse troppo potente non poteva fornire spunti per storie interessanti. Questo mi ha colpito moltissimo, così mi decisi a fare una storia che iniziava con personaggi che erano virtualmente onnipotenti e vedere dove sarei arrivato partendo da qui."
E ancora: "Il numero 8 ha venduto meglio di qualsiasi altro fumetto horror dal 1970. Al 10 sapevo esattamente in dettaglio dove stavo andando e come ci sarei arrivato. Il viaggio però è durato quasi il doppio di quello che mi aspettavo. Avevo pianificato inizialmente la serie che durasse circa 40 numeri ma è andata avanti per 75".

Inoltre Sandman ha catalizzato l'attenzione di molte lettrici; già la mancanza di ragazzi adolescenti interessati solo ai supereroi è stato per loro sufficiente per dare uno sguardo a questo fumetto e d'altra parte Gaiman ha dimostrato una certa abilità nel caratterizzare i personaggi femminili: "Le donne in Sandman possono non essere sempre sensibili e affettuose, ma sono forti e realistiche. Hanno problemi, ma sono problemi reali, non il genere di problemi che si trovano negli X-men", dice una lettrice.
Interessante al riguardo anche queste battute prese da un'intervista di Gaiman con Roger A. Ash:

Westfield: One of the things I've noticed at different signings and conventions, where I've seen you, is that Sandman appeals to many non-traditional comic readers. Why do you think that is?
Gaiman: I think 'cause it's not about the things traditional comics tend to be about. Which, unfortunately, is still people hitting each other through walls and then those people getting up and saying, "Now you've made me really angry" and getting up and hitting them. Which may well be fun, but it's not really something to base an artform on. Sandman isn't about that stuff. It is a story. It's a story that appeals to all sorts of people like women and college professors and people who don't read comics. What is odd is running into people who will tell me they don't read comics.
And I'll chat with them and they'll find out who I am, and they'll say, "Oh god, you're Neil Gaiman. You do Sandman." And I say, "Yeah. You said you didn't read any comics." And they say, "I don't. I read Sandman." And I always say, "No, Sandman's a comic." They have ideas like, it's not comics and I'll be insulted if they say it is. And, of course, I'm not. It's comics. I wish there were lots more comics like it.

Gaiman si è reso conto della popolarità del suo personaggio nell'ambiente culturale "gotico" quando in occasione della World Horror Convention del 1994, in qualità di ospite d'onore, osservò un numero di fan, come disse lui stesso, "clad in black from head to foot". Gaiman è famoso per vestire egli stesso in nero ma per motivi differenti "E' un colore particolare, va con qualsiasi cosa che sia nero, anche perchè non ho alcun senso o immaginazione nel vestirmi riguardo i colori. Provare a decidere fra due magliette diverse mi paralizza. Così possiedo 20 magliette nere di Armani identiche, che rendono la mia vita più semplice".

Karen Berger, l'editor DC che ha avuto fiducia in Gaiman, sostiene che Neil ha in realtà evidenziato l'importanza della trama nel fumetto, che invece è troppo spesso considerato solo un medium visivo: "Con Sandman, assieme alla maggioranza delle opere da lui scritte, ha veramente contribuito a far crescere il valore di uno scrittore di fumetti". In effetti si deve al successo di questo fumetto se la DC nel 1993 con il numero 48 della serie di Sandman ha deciso di pubblicare un certo tipo di fumetti, da Preacher a The Invisibles sotto un marchio ben particolare: DC VERTIGO. L'etichetta è destinata a lettori più adulti e acculturati e non è un caso che molti dei titoli ospitati da questa nuova etichetta furono scritti e disegnati da talenti provenienti dalla Gran Bretagna. Tuttavia il vero successo commerciale di questa nuova etichetta emerse verso la fine della pubblicazione di Sandman.

A Gaiman piace considerare la scrittura di un fumetto come una forma di poesia. Si ha a che fare con una sorta di economia linguistica, poiché si possono inserire solo pochi fumetti in una tavola, e solo poche frasi in ogni fumetto. Poiché è necessario comprimere molte informazioni in uno spazio relativamente piccolo, cerca di avere un approccio poetico nella creazione di parole, e le frasi dicono di più di un solo concetto alla volta.

Per altri commenti o spunti di discussione rimando a questa pagina, che contiene aneddoti, riferimenti, brevi analisi sui volumi della saga, oltre a stralci di interviste a Gaiman stesso, quasi tutte in inglese, fatta da giornalisti o semplici fan su chat via Internet.

Propongo per i veri maniaci (TM) di Sandman anche lo script del terzo capitolo della saga Season of Mists. Ovviamente in inglese e ovviamente estremamente interessante.

ll giudizio

Dream MoebiusPersonalmente credo che Sandman racchiuda la poesia e la complessità culturale del nostro mondo. Neil Gaiman ha una cultura veramente enorme, vastissima, e riesce a rielaborare in termini sufficientemente nuovi ed originali storie, tradizioni e quant'altro, appartenenti alle culture più diverse e disparate, per creare storie veramente intense. Un indubbio asso nella manica è stato l'affiancamento del copertinista Dave McKean e gli egregi lavori di disegno dei vari artisti che si sono succeduti, da Charls Vess (in particolare per le storie ambientate nel mondo di Faerie o della magia), a Brian Talbot (splendida la reinterpretazione del mito di Orfeo), da Mike Dringenberg (che ha disegnato il primo ciclo narrativo) a Michael Zulli (che ha invece concluso l'ultimo: la Veglia), solo per citarne alcuni.

La cosa che fin dall'inizio mi ha colpito di più in Sandman è il fatto che i suoi balloons sono a sfondo nero e a scritte bianche, con i bordi irregolari. Sembra sia stata un'idea di Karen Berger. Non l'avevo mai visto prima e mi ha affascinato per questo carattere, per me, di novità e originalità. Successivamente, con l'introduzione di altri personaggi, ho notato, soprattutto nella versione inglese, che ogni personaggio ha un suo "font", cioè un suo carattere tipografico particolare quando parla. Onore al merito per Todd Klein, che, oltre ad essere uno dei pochissimi autori ad aver partecipato quasi interamente alla lavorazione della saga, ha inventato più di 50 font diversi, per i singoli personaggi. Le uniche tre storie non letterate da lui, perché in viaggio di nozze, sono i capitoli 11 e 12 presenti in Casa di Bambole e la storia presente in Vertigo Jam 1. Le prime due sono state realizzate da John Costanza e l'ultima dal disegnatore stesso Kevin Nowlan.
Una volta avvicinatomi alle versioni inglesi, prima che pubblicassero in italiano l'intera saga, il secondo elemento che mi ha fatto strabiliare sono state le copertine di Dave McKean. A chi fosse interessato, consiglio non tanto di recuperare gli originali, quanto il libro Dust Covers, appunto un'edizione di tutte le copertine di Dave, più appunti vari di Gaiman.

Ancora, la costruzione delle storie, il montaggio delle vignette, gli stimoli filosofici sono a dir poco magistrali.
Interessante per esempio notare la sequenza delle vignette del ciclo di storie Casa di Bambole. Il cambio di un personaggio o di un mondo del sogno solitamente avviene all'inizio di una nuova pagina. Nella pagina precedente c'è spesso una breve nota che richiama o spiega il nuovo nome del personaggio.

Una classica costruzione delle storie usata da Gaiman un po' in tutti gli archi narrativi, consiste nel riassumere i punti salienti dell'arco di storie in un racconto al centro dell'arco narrativo. Così in Vite Brevi la storia di Ishtar contiene tutti i temi principali dell'intero volume.
O ancora, fra le caratteristiche principali e ricorrenti della saga possiamo nominare la capacità, e spesso necessità, di Morfeo di aprire delle porte; o anche mostrare due persone che stanno parlando mentre non si stanno minimamente ascoltando fra di loro, sono semplicemente impegnate a fare due monologhi. L'uso di questa tecnica è così frequente che è praticamente una firma di Gaiman riconoscibilissima.
Un altro aspetto spesso ricorrente consiste nel messaggio che il potere non porta automaticamente saggezza. E di conseguenza gli esseri di potere non meritano necessariamente la nostra cieca fiducia.

Nel numero 19, "Sogno di una notte di mezza estate" mentre la commedia sta terminando, Sandman ragiona con la regina Titania se abbia fatto la cosa giusta con il suo baratto con Shakespeare. "But he does not understand the price. Mortals never do. They only see the prize, their heart's desire, their dream... But the price of getting what you want, is getting what you once wanted". Nel raggiungere i propri sogni uno li perde, perché questi non sono più sogni. Nel perseguire l'immortalità attraverso opere da sogno, Shakespeare ha rifiutato la vita attorno a lui, inclusa quella di suo figlio Hamnet. Gaiman suggerisce che per questa mancanza Shakespeare ha pagato il suo prezzo.

Mentre uno dei temi principali dell'arco narrativo Casa di Bambole era un'esplorazione delle mura fra le persone, nella Stagione delle Nebbie viene suggerito che i muri possono essere costruiti fra gli individui per tenere una persona intrappolata in una prigione creata da se stessa.

Dream+DeathNella raccolta di storie Il Gioco della Vita, si riprendono alcune caratteristiche di un movimento presente in arte e letteratura chiamato realismo magico, in cui gli oggetti sono riprodotti in uno stile naturale e posti vicino ad elementi di fantasia o composti in modi irrealistici, o, in altre parole, elementi magici sono posti in un contesto apparentemente realistico.

O ancora nei numeri 38, "La caccia" e 40 "Il Parlamento dei corvi". Prese assieme queste storie mostrano la potenza del mistero nei racconti del passato. Nella storia di Vassily il modo in cui il mistero sia rivelato crea un intero nuovo mistero al suo attorno, fornendo quindi una storia di vita moderna per la nipotina.
La rivelazione del mistero della storia di Caino, d'altra parte, uccide il mistero stesso trasformando la magia del passato sconosciuto in banale e piatta realtà; nel mistero c'è soprattutto un senso di speranza, di possibilità. Il modo in cui il senso di mistero viene gestito è importante tanto quanto ciò che viene rivelato.

Analizzando il numero speciale La Canzone di Orfeo vediamo che con la morte di Orfeo la caduta di Sandman può essere interpretata come tragedia. Originata nella Grecia antica, la forma drammatica di una tragedia presenta un personaggio eroico e potente che viene sconfitto da una tragica debolezza, una mancanza della sua personalità che viene utilizzata da altri. Nei classici greci l'eroe tragico compie delle scelte che sigillano il suo destino. La battaglia fra le scelte dell'eroe ed il suo destino è spesso mostrata come una guerra fra l'eroe e i personaggi chiamati Norne (Parche). Come queste tre divinità greche del destino così le Eumenidi sconfiggono Sandman.

In ultimo, così come i personaggi e l'universo attorno a lui cambiano, il suo rifiuto di cambiare, il suo principale errore, pone sempre più pressione su di sè. Alla fine della storia è chiaro che Sogno non avrebbe dovuto essere così inflessibile nel trattare Lyta Hall nel numero 12 della serie, poiché successivamente lei chiamò le Eumenidi su di lui. Non avrebbe dovuto accettare le responsabilità della chiave dell'inferno da Lucifero, poiché questo lo ha portato ad un baratto con il portatore di guai Loki, nel numero 28. Inoltre non avrebbe dovuto essere inflessibile nei confronti di suo figlio Orfeo perché ha fornito alle Eumenidi un buon motivo per condannarlo a morte. Infine queste pressioni lo hanno sopraffatto, lasciando il lettore con la sensazione che nonostante la morte di questo particolare personaggio sia triste, tutto questo abbia un senso. Come evidenziato da molti lettori: "Se l'è cercata".

Lucien, il primo corvo di Sandman e il bibliotecario del Regno del Sogno, nel numero 71 della serie, chiarisce: "Sometimes, perhaps, one must change or die. And in the end, there were, perhaps, limits to how much he could let himself change." in queste parole Lucien ha probabilmente raccolto il senso ultimo di Sandman, assieme alla considerazione che tutta la serie parla della crescita e di come crescere e quindi cambiare non sia per nulla facile, nemmeno per Sandman.


Dicono di lui

L'autore: Neil Gaiman

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Fino ad oggi, SANDMAN ha vinto numerosi premi in tutto il mondo, fra cui il "Diamond Distributors' 'Gem' Award", votato dai distributori internazionali di fumetti per l'aver aumentato il mercato dei lettori di fumetti.

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